Sentite Catterina. "Se resta concentrata la Reggiana si salva»

L’ex granata è cresciuto nel Brescia: "Allo stadio non vado più. Io come Nesta? Solo il ruolo, lui aveva i piedi buoni...".

di GABRIELE GALLO -
20 febbraio 2024
"Se resta concentrata la Reggiana si salva"

"Se resta concentrata la Reggiana si salva"

Nel Brescia ci è cresciuto e si è calcisticamente svezzato, nella Reggiana ha conosciuto i suoi anni migliori, diventando uno degli idoli della tifoseria.

Roberto Catterina, oggi 67enne, che i media reggiani avevano ribattezzato "Gesù Cristo" per via dei lunghi capelli biondi e ricci, non aveva tra le sue doti il palleggio di fino, ma in quanto a grinta non temeva confronti. In maglia granata lo stopper (sì allora si chiamava così il difensore che marcava il centravanti) ha collezionato, tra il 1977 e il 1984, 271 presenze (96 in serie B, 175 in C) con la soddisfazione anche di segnare un gol.

Con un certo disincanto continua a seguire le sue due squadre del cuore, pure in vista della sfida di sabato al "Rigamonti".

Catterina, sarà sugli spalti per Brescia-Reggiana?

"No. Non vado più allo stadio, se non molto occasionalmente, da alcuni anni. Devo dire che il calcio di oggi mi stufa subito: troppo ripetitivo, troppo fisico, non fa per me. Però l’andamento del campionato di B lo seguo e sto attento a quello che combinano Reggiana e Brescia".

Della squadra granata cosa pensa?

"Che è un gruppo ben costruito. E da quel che ho visto direi che la Reggiana sta giusto nel gruppone di quelle squadre che, in un torneo equilibratissimo come quello di quest’anno, possono finire settime come sedicesime se non fanno attenzione. E la Reggiana, da neopromossa e con qualche giocatore poco esperto della categoria, credo debba stare doppiamente sul chi vive in questo senso".

Della truppa di Nesta chi le piace di più?

"Nel complesso della stagione ho visto bene Portanova e anche gli attaccanti direi che hanno un buon rendimento".

Nesta, anche se era già un calcio differente, in fondo aveva il suo stesso ruolo: fermare gli attaccanti più pericolosi…

"Però lui aveva pure i piedi buoni, io un po’ meno. Anche se non andava spesso oltre la metà campo, un po’ come me".

Il sito: storiadellaReggiana.it la definisce "stopper grezzo ma roccioso, che ha giocato sempre con grande impegno". Si riconosce?

"Decisamente sì. Dei grandi attaccanti della B e della C di quegli anni pochi mi hanno fatto piangere. Ero solido, pratico ed efficace, anche se tecnicamente non un granchè".

Ma un gol è riuscito a segnarlo.

Lo ricorda?

"Certo. Fu la rete del vantaggio di una larga vittoria (5-0, ndr) sul Grosseto, in Serie C: da calcio piazzato mi inserii con decisione in area e insaccai. Fu un bel momento".

Il più bello in maglia granata?

"No, quello fu il finale del torneo di C 1980/81, quando conquistammo con Fogli la promozione matematica in B battendo lo Spezia al Mirabello".

Che ricordo ha di ambiente e tifosi?

"Splendido: tante stagioni stupende da questo punto di vista. Mi sono sempre trovato a mio agio e i tifosi mi volevano bene perché sapevano che davo sempre tutto".

E’ ancora in contatto con qualche compagno di quegli anni? "Al tempo avevo legato molto con Erba e Sola, ma mi trovavo bene anche con giocatori che hanno fatto una grande carriera come Matteoli e Carnevale. Fino a qualche anno fa venivo a Reggio per qualche partita coi vecchi compagni, poi mi sono rotto di nuovo il crociato e col calcio ho chiuso del tutto. Ora le mie doti di praticità e concretezza le dedico alla professione di geometra".

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