Europa League, De Rossi: "Milan squadra armonica, San Siro? Dà sensazioni uniche"

Le parole di Daniele De Rossi in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Milan

di FILIPPO MONETTI -
10 aprile 2024
Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

Roma 10 aprile 2024 - Tornano le coppe europee e la Roma torna di fronte al proprio destino, legato a doppio filo con l'Europa League. Se da una parte lo scorso anno i giallorossi evitarono il derby italiano con la Juventus, venendo graziati dal sorteggio, con i bianconeri costretti ad arrendersi al Siviglia in semifinale, ecco che lo stesso non si possa dire quest'anno. I giallorossi inatti sono attesi domani al derby italiano in Europa contro il Milan di Stefano Pioli "retrocesso" dalla fase a gironi della Champions League di quest'anno e con il chiodo fisso di sollevare la coppa, per lenire i dolori di una stagione al di sotto delel grandi aspettative sulle spalle dei rososneri. Alla vigilia di questo primo episodio della sfida, che si giocherà a San Siro, ci ha pensato Daniele De Rossi a presentare la sfida in conferenza stampa. Ecco le parole dell'allenatore giallorosso. 

In questa nuova veste, quali erano i pensieri venendo San Siro? "Era lo stadio che volevo visitare di nuovo: mi dispiaceva essere subentrato con la Roma che ha già giocato a San Siro, ma il fato mi ci ha riportare. Questo stadio forse mi trasmette qualcosa in più rispetto a tutti gli altri stadi, oltre a due che ho sentito miei per tutta la carriera, uno qui e uno in Argentina (l'Olimpico e la Bombonera di Buenos Aires ndr). Posto magnifico per fare calcio, trasuda gloria. C'è la sensazione che chi è venuto qui ha visto grandi notti di calcio, grandi campioni, e siamo contenti di essere qui".

È un vantaggio o un svantaggio giocare in trasfera la prima? "Il vantaggio tendenzialmente è per chi gioca la seconda in casa, ma con la rimozione della regola dei gol in trasferta la differenza si è assottigliata, prima o poi ci devi giocare e devi essere pronto. Devi essere bravo a preparare la partita, sapendo che ce ne sono due".

Qual è la situazione di Smalling e come sta? "Sta bene, domani saremo a corto di centrali. Giocare dall'inizio forse è un po' rischioso, ma vedremo. Lui sta bene, si allena forte come tutti gli altri e può giocare insieme a loro. Siamo soddisfatti del suo lavoro per rientrare in squadra. Sono contento di lui".

Stai pensando a qualche cosa di particolare a livello tattico per la partita contro il Milan, ad esempio sulla loro catena di sinistra? "No, siamo consapevoli di chi è il Milan e che possa farci male, così come lo ha fatto ad altri. Bisogna saper arrivare al momento giusto, sapersi muovere. Se uno ha la fortuna di allenare Paulo, deve chiedergli sacrificio, corsa, impegno, ma senza snaturarlo. Non bisogna rovinargli la salute atletica e mentale, perché anche di là lo temono e dovranno difenderlo. Paulo ha fatto 9 duelli nel derby, lottando come i leader. Per me vuol dire tantissimo, quando vedi giocatori così forti fare ciò e con trasporto, noi ci sentiamo tranquilli. Poi sta a me dargli indicazioni, senza però fargli fare tutta la partita a correre dieto a Theo Hernandez".

Cosa temi del Milan? Questi tre mesi da allenatore della Roma ti hanno cambiato sotto qualche punto di vista? "Del Milan temo la qualità dei calciatori e del loro mister che conosco da anni. Si è sempre evoluto ed è stato al passo con la squadra che aveva. È cresciuto di pari passo con le formazioni che gli venivano affidate. La squadra è armonica, tolti qualche mese di difficoltà, si sono ripresi, sanno mettere in difficoltà tutti quanti. Serve coraggio e carattere per portarli a giocare dove non gli piace. Questi mesi come mi hanno cambiato? A livello umano non sono cambiato, ma mi rendono ogni giorno felicissimo. Mi sono reso conto che il fatalismo solito dei romanisti, me compreso, tutte le porte in faccia che ho preso mi hanno portato qui. Serve rendersi conto della fortuna che abbiamo e al momento della fortuna bisogna dimostrarsi pronti a cogliere l'occasione. Ogni tanto ci piangiamo addosso, ma nella mia vita è andato quasi tutto bene".

Da quando sei arrivato hai fatti gli stessi punti del Milan, ti senti alla pari oppure senti ancora dietro complice il punteggio in classifica? "Domani per fortuna non ci sarà il peso della classifica, ma va riconosciuto il divario di questi anni. Per ora siamo qui e dobbiamo giocarci la semifinale, ho letto da qualche parte che non abbiamo nulla da perdere, al contrario abbiamo tutto. Non siamo qui a fare la presenza, le comparse. In campionato forse un pareggio puoi fare un risultato buono, qui non si può fare. Dobbiamo essere machiavellici, provare a vincere domani, o tra 7 giorni a Roma".

Hai dovuto placare l'entusiasmo della vittoria del derby? In più chiedo come sta Mancini anche mentalmente per le polemiche che si sono susseguite? "Innanzitutto ho detto di restare con i piedi per terra. Da queste parti il derby ti fa entusiasmare anche troppo. Spesso in passato sembrava che avessimo vinto 10 partite, ma con loro non c'è stato bisogno. C'era allegria, entusiasmo, sorrisi, ma in campo sono andati forti. A me basta questo. Mi hanno ascoltato quando parlavo della strategia in campo, delle contromosse o delle formazioni. Vederli sorridere di più non mi fa vedere i fantasmi o pensare che non saremo pronti per domani. È una sfida importante e se non trovi stimoli nel giocare domani i quarti di finale di questa competizione, c'è qualcosa che non va. Mancini sta benissimo, abbiamo tutti accettato la multa del giudice sportivo. I ragazzi che ci sono venuti a trovare a Trigoria ci hanno anche permesso di fare beneficienza, e la faccenda ora è chiusa. Sta bene e non può essere diversamente, quando si decide un derby in quella maniera e si diventa paladino della città di Roma e della Roma".

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