Europa League, Hermoso: "La rosa ha un potenziale enorme. Calcio italiano più fisico"

Le parole del difensore centrale alla viglia della sfida contro l'Athletic Club

di Redazione Sport
26 settembre 2024
Mario Hermoso in aeroporto prima della firma in giallorosso

Mario Hermoso in aeroporto prima della firma in giallorosso

Roma 26 settembre 2024 - Ieri era giornata di vigilia in casa Roma, l'anticipazione per il debutto europeo di Ivan Juric da allenatore è tanta e potrebbe essere compensata dall'esperienza di alcuni dei suoi giocatori. Tra loro uno dei candidati al ruolo da protagonista è senza dubbio Mario Hermoso, fresco delle prime due partite giocate in Serie A con la maglia giallorossa. Anche lui presente in sala stampa insieme al tecnico, ecco le sue parole alla vigilia della sfida di Europa League contro l'Atheltic Club di Bilbao.

La prima domanda ha chiesto al difensore centrale spagnolo a che punto si senta a livello fisico e di condizione, oltre chiaramente al discorso legato all'inserimento in un nuovo campionato. "Buongiorno a tutti. È evidente che il mio è un processo graduale di adattamento, di conoscenza al gruppo e anche di miglioramento della mia condizione fisica. Sto migliorando. Quella condizione fisica che è necessaria per poter competere ad un livello alto in una competizione così importante. Questo è quanto più di difficile c’è per un calciatore professionista: recuperare il proprio 100%, così da poter giocare con efficienza ogni tre giorni. Però tutto procede come da programma, conosco il gruppo, mi sto adattando al meglio. È evidente che vada acquisendo anche quella fiducia necessaria per affrontare al meglio e con la concentrazione giusta che competizioni come questa richiedono".

Si è anche chiesto al giocatore come abbia vissuto queste settimane, dove in appena venti giorni ha visto cambiare guida tecnica alla formazione. "Come hai detto bene, uno dei motivi per cui sono venuto qui è stato il progetto. Una rosa con grandi calciatori, un’ottima campagna acquisti e grandi strutture. Però riallacciandomi alla domanda precedente, anche a quello che ha detto il mister, dobbiamo imporci un livello molto alto. Siamo qui per lottare, dobbiamo acquisire una mentalità di un certo tipo. Vogliamo vincere, perché credo che quando si riesca, aumenta lo status del club, della squadra, dobbiamo competere al livello più alto in tutte le competizioni. L'obiettivo è di essere sempre competitivi, crescere con le infrastrutture del club, che sono di un certo livello e per farlo è necessario lavorare tutti i giorni. Per quanto riguarda De Rossi è stato una parte fondamentale per il mio arrivo qui, è stata la persona che mi ha teso la mano e lo ringrazierò sempre. Una delle cose che ho sentito in questi primi giorni, ho scoperto che la tifoseria è fantastica, come quella dell'Atletico (Madrid), tifoseria di cuore che vive di calcio. Sarà un cammino fatto di bei momenti insieme".

Hermoso è un veterano della Liga, per questo in carriera ha affrontato a ripetizione l'Athletic Club, partendo da questo presupposto gli si è chiesto se abbia potuto aiutare il lavoro di preparazione di Juric con qualche consiglio. "Li ho affrontati parecchie volte. Hanno una struttura molto chiara, lineare, fanno della lotta e della dedizione le armi migliori. Loro sono bravi e hanno sempre qualità, sono un gruppo solido con giocatori che si conoscono da tanto tempo, non fanno tanti cambi. Lavorano sempre allo stesso modo, la filosofia è sempre la stessa e prosegue a prescindere dall'allenatore in carica. Lottano su ogni pallone fino all'ultimo. Hanno giocatori veloci e che giocano in verticale. Posso condividere ciò che conosco di loro con lo staff e i compagni, in merito ai punti di forza e vulnerabilità secondo il mio punto di vista. Dovremo pareggiare il nostro livello di forza e determinazione, in modo tale che i nostri giocatori offensivi e di centrocampo possano risolvere la partita in qualsiasi momento".

Si è chiesto poi al giocatore spagnolo quale sia il potenziale della Roma "La rosa ha un potenziale enorme, ci sono grandissimi giocatori. Però sono stati presi giocatori non abituati a giocare ogni tre giorni in competizioni così importanti e quindi ci sarà bisogno di un periodo di adattamento. Dovremo abituarci a competere ogni 3 giorni a livello altissimo, essendo noi stessi esigenti, anche per poter poi sostenere in futuro un impegno come quello della Champions. Con l'Atletico l'ho giocata, è speciale sul piano personale e ambientale. La gente aspetta con ansia quelle partite, le sfide a eliminazione diretta sono difficili, dobbiamo mettere in alto l'asticella, la rosa è in grado di competere a quel livello. Dovremo superare i nostri limiti di volta in volta".

Al giocatore si è chiesto anche se da parte della dirigenza ci sia stato un confronto prima della decisione presa circa l'esonero di Daniele De Rossi. "Sono qui da poco, non conosco bene la struttura al livello dirigenziale, non conosco bene quello che sta fuori dalla nostra quotidianità come giocatori. Non so risponderti. Io personalmente non ho avuto alcun contatto con la dirigenza su De Rossi, perché a me non hanno chiesto nulla. Non sono la persona indicata per farlo, ci sono altri giocatori incaricati di affrontare queste situazioni. I capitani portano la fascia perché fanno da portavoce nel bene e nel male della squadra. Sono quelli che conoscono meglio l'ambiente e le cose che succedono, credo che uno di loro avrebbe potuto risponderti meglio".

L'ultima domanda per il giocatore gli ha chiesto quali differenze ci siano tra il calcio italiano e quello spagnolo. "Il divario fisico nei duelli, qui lo scontro è più forte. Tatticamente, qui c'è un'organizzazione differente. In Spagna, c'è una filosofia differente che ha preso piede da quando la Nazionale spagnola, con i successi raccolti, ha segnato la strada. Squadre più ampie in campo, si dà molta importanza al pallone, alla sua circolazione, al possesso è un calcio non diretto e forse meno verticale. Qui in Italia invece si porta spesso palla per superare le linee di pressione, non si concentrano così tanti giocatori in mezzo al campo, qui ci vuole più concentrazione per un difensore".

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