Europa League, De Rossi: "Su Smalling e Lukaku decideremo. Leverkusen? Temo..."

Le parole dell’allenatore della Roma in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Bayer Leverkusen

di FILIPPO MONETTI -
2 maggio 2024
Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

Roma 1 maggio 2024 - De Rossi affronta gli imbattibili di questa stagione di calcio europeo, ma non parte assolutamente già sconfitto. Nella giornata di domani infatti la Roma ospiterà il Bayer Leverkusen nella sfida di andata della semifinale di Europa League, in uno scontro che si ripropone un anno esatto dopo le semifinali della medesima competizione un anno fa. Una sfida delicatissima che il tecnico giallorosso ha presentato in conferenza stampa di fronte ai giornalisti. Ecco le sue parole.

La prima domanda della conferenza stampa ha chiesto a Daniele De Rossi se il bomber belga, Romelu Lukaku, sarà parte della sfida e se il ritorno di Smalling potrà spostare sulla fascia Llorente. "Lukaku ha pochissimo sulle gambe di allenamento, ma - afferma il tecnico capitolino - è stato fuori poco. Ci prendiamo un altro giorno per valutare. Sembra stia abbastanza bene, magari oggi spingiamo un po' di più e poi decideremo. Qualche piccolo dubbio ce l'ho ancora. Anche Smalling ha fatto un allenamento intero in linea con i ritmi. Lo ha fatto tutto e spero di recuperarli entrambi. Vedremo la gestione del minutaggio. Per quanto riguarda il discorso tattico di Llorente, come ipotesi può starci. Lo valutiamo anche in base a come stanno, cerchiamo di ragionare su tutto".

Si è poi discusso di cosa temere della formazione tedesca, da poco laureatasi con giornate di anticipo nuova campionessa di Germania. "Da temere c'è tutto. La maniera in cui giocano, hanno - racconta l'allenatore capitolino - una striscia di risultati positivi lunghissima. Stimo molto il loro allenatore per il percorso che ha fatto. Hanno più tempo di lavoro alle spalle con lo stesso allenatore per la stagione scorsa. Una cosa da rispettare è che siano imbattuti nonostante siano andati spesso sotto. Oltre a essere forti e a giocare bene, hanno consapevolezza e tenacia nel tentare di fare il risultato anche fino agli ultimi minuti. È una cosa in più che temo e che rispetto di loro, ma ci sono tante altre cose più calcistiche e meno mentali che me li fanno temere e rispettare. Noi a volte negli ultimi minuti segniamo ma dipende anche dalla tenuta mentale e fisica. Anche noi spesso segniamo alla fine. Vogliamo raggiungere i nostri obiettivi e ci stiamo dentro fino agli ultimi minuti, altrimenti non fai punti a Udine, a Napoli o anche a Firenze. La nostra è una squadra che ci crede e ha cuore. Da questo punto di vista siamo simili. Entrambe le squadre lotteranno fino all'ultimo secondo per raggiungere la finale".

Si è discusso anche sul fattore relativo all'imbattibilità dei tedeschi, se a livello mentale possa o meno essere un peso per i tedeschi: "Non penso sia un peso, penso sia un qualcosa a cui aggrapparsi. Abbiamo visto mille partite loro e ci sono state squadre che li hanno messi in difficoltà ma non hanno vinto. Lascio la fortuna a chi va a giocare al casinò. C'è qualcosa di grande in questa squadra, che ha raggiunto un risultato storico per loro. Giocano bene, hanno giocatori forti, hanno uno dei migliori allenatori nel mondo ma hanno anche qualcosa di grande dentro. Non penso sia un peso essere imbattuti, credo sia un orgoglio e uno stimolo".

C'è stata anche una piccola digressione sui tatuaggi, prendendo a riferimento quello del 'pericolo tackle' sul polpaccio dell'ex tecnico per descriverlo da giocatore, parlando di cosa si tatuerebbe se volesse raccontare il suo io da tecnico. "Non ci ho mai pensato. Ne ho molti, sono stanco di sentire il dolore dei tatuaggi quindi mi sono fermato un paio di anni fa. Prima vinciamo qualcosa di importante, poi ci penserò. Da allenatore devi essere più calmo, non puoi fare le scivolate. A volte mi manca quella sensazione, ma ho i miei calciatori e credo in loro al 100%. Sono calmo perché credo in loro e mi hanno dimostrato che sono in grado di fare tutto. Ora sembro più calmo, sono più calmo da fuori, ma ho ancora il fuoco dentro".

La Roma è stata l'ultima a infliggere una sconfitta europea al Leverkusen proprio nel match di andata della scorsa semifinale all'Olimpico e si è chiesto a De Rossi se possa essere una spinta ulteriore per la squadra. "C'è un discorso di cabala, per chi ci crede - afferma l'allenatore italiano - può essere una speranza. Io penso a preparare la partita e i miei giocatori. In campo troveremo una squadra più forte di quella dello scorso anno. Quest'anno hanno più consapevolezza, sanno di essere campioni. Hanno la mente libera dal loro campionato e vogliono essere campioni anche in Europa. I numeri dicono che sono cambiati, ma basta vederli. Quello è un bel ricordo e spero a loro dia fastidio, ma noi ci concentriamo su questa partita. Sappiamo che loro ora sono nettamente più forti".

Si è chiesto a De Rossi cosa piaccia di più del Leverkusen: "Ci sono diverse cose. Hanno giocatori forti messe nelle condizioni ideali per fare bene. Hanno una squadra fisica, solida, ma hanno anche grande qualità. Hanno giocatori molto forti come Wirtz, Grimaldo, Schick è sempre stato forte, ma ora è un uomo, c'è Boniface. Hanno ricambi forti. Se non gioca Frimpong, gioca Tella. Hanno giocatori di qualità ma anche con grande gamba. Sanno giocare ma sanno anche essere diretti. Hanno costruito una squadra veramente forte grazie alle idee dell'allenatore ma anche grazie ad acquisti importanti".

Si è parlato anche dell'ipotesi di difesa a tre in caso di necessità nella sfida di domani. "È una possibilità. È una cosa - afferma il tecnico giallorosso - che mi integra. Stimolerebbe i miei giocatori all'uno contro uno. A volte vi fermate un po' troppo a vedere difesa a tre o a quattro. È falso dire che non si può più fare la difesa a tre solo perché a volte abbiamo fatto fatica. Credo che la difesa a tre, se fatta bene, con difensori che sappiano anche essere i primi attaccanti, sia una cosa interessante. Non so se sarà così, ma può essere una contromossa importante anche per domani. Ma non vuol dire che ci giocheremo".

Si è discusso delle somiglianze tra le due squadre e della possibile chiave legata alla difesa a quattro e alle maggiori possibilità di sovrapposizione sugli esterni. "Assolutamente sì. Le partite si possono vincere anche con due moduli diversi, non si può avere la contro prova. Prima si giocava in posizioni fisse, ora ci si muove molto di più in campo. Il modulo con cui si inizia conta solo fino a un certo punto. Il terzino prima era solo sulla fascia, ora è molto più dentro al campo. Non è un discorso di 4-3-3, il modulo è più legato alla fase difensiva alle volte. Alle volte però anche la tua rigidità dipende dal tuo avversario e da come si muove. Se il terzino avversario viene dentro, a cosa serve restare sulla fascia? Le sovrapposizioni sono una soluzione a prescindere dal modulo".

L'ultima domanda per il tecnico capitolino ha domandato se fosse disposto a variare il suo stile di gioco per la vittoria, facendo riferimento anche allo stile scelto da Mourinho per avere ragione dei tedeschi un anno fa. "Abbiamo una conoscenza del loro stile di gioco. Sappiamo che dobbiamo attaccare ma anche stare attenti. Ora siamo concentrati sulla prima partita e poi penseremo al ritorno. Non pensiamo alle partite dell'anno scorso, perché è cambiato tanto. Sono gli stessi club, ma sono squadre diverse. Loro hanno una maggiore consapevolezza perché loro ora sono campioni di Germania. Sono imbattuti ma possiamo farcela".

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