Mou, ora lo show non è Special. Ovunque il rumore dei nemici
Chiusa l’indagine Figc per le frasi sull’arbitro Marcenaro, il tecnico della Roma ha cinque giorni per difendersi
La guerra di Mourinho non si ferma. Dopo gli attacchi - o presunti tali - all’arbitro di Sassuolo-Roma, Marcenaro e il tackle verbale duro (questo sì) su Domenico Berardi, andati in scena sabato nella conferenza pre-match, ecco la risposta della procura federale. Una risposta che ha preso la forma di un atto dovuto, certo, ma preludio di un possibile quadro sanzionatorio a rischio. Un procedimento lampo, quello degli 007 federali che si è tramutato nella Pec con la quale la Roma è stata avvisata ufficialmente dell’avviso di conclusione delle indagini relative alla lettura in controluce delle parole di Mourinho con il codice di giustizia sportiva.
Lettura che ha portato alla contestazione dell’articolo 4 del codice sulla lealtà sportiva, dell’art. 23 in materia di dichiarazioni lesive all’indirizzo di uno o più tesserati. Due presunte violazioni che si muovono sulla più ampia ipotesi sanzionatoria che va dalla semplice censura fino alla squalifica. Ora, la Roma e Mourinho hanno cinque giorni per presentare una memoria difensiva, o scegliere di far interrogare direttamente Mou. Subito dopo, il procuratore federale Chinè decidera se procedere o no con il deferimento.
Ma cosa ha detto Mou? Eccolo: "L’arbitro mi preoccupa, lo abbiamo avuto tre volte come quarto uomo e la sensazione è che non abbia la stabilità emozionale per una gara di questa livello...Il profilo dell’arbitro non mi lascia tranquillo...". Ci si interroga: "stabilità emozionale" è un’offesa? Forse a inguaiare Mou è più quel "Con Marcenaro domani Mancini prenderà un giallo al minuto 10 e non giocherà con la Fiorentina...". Mourinho l’ha poi messa giù dura con Berardi: "È un giocatore fantastico, ma bisogna avere rispetto in più per gli avversari, è troppo quello che fa per destabilizzare il gioco, prendere tutti in giro, prendere rigori inesistenti".
Perché Mou è entrato in tackle su Marcenaro? Ci sono diversi precedenti. In tutta questa vicenda, Mou sta ricalcando un clichet consolidato per rendere più ’barbari’ - nel senso sportivo del termine - i suoi. E cioè Mou a capo del suo popolo contro il mondo che ce l’ha con lui e con i suoi. Un sistema che crea unione d’acciaio tra squadra, tifosi e club. Solo che i conti rischiano di non tornare rispetto alle squalifiche che, tra Europa e campionato, si susseguono senza sosta. Mou, che lamenta pubblicamente la carenza dei suoi sul piano caratteriale in alcune partite - come le ultime due in Europa - se la prende con tutti pur di accendere la miccia. Dagli arbitri alla Lega di A che gli farebbe scherzetti da calendario fino agli avversari in Europa e in campionato, come nel caso di Berardi. Il motivo? Lo ha detto lui anni fa: "Il rumore dei nemici" senza il quale, lavorare non è il massimo. E allora, domenica sera, ecco la trovata (geniale) dell’intervista in portoghese per ricalcare il fatto di essere vittima di una persecuzione, però è vero che non c’è partita ormai in cui non faccia saltare il banco. Un po’ troppo. O no?
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