Roma, Ranieri: "Lazio in un momento eccezionale, ma derby è storia a sé"
Le parole di Claudio Ranieri a due giorni dalla partita con i biancocelesti. Il racconto dei derby vissuti da ragazzo
Roma 3 gennaio 2025 - Tutta Roma si ferma per questo weekend di calcio: è arrivato il momento del derby, la sfida che mette di fronte le due sponde della città con in palio la gloria tra le via della Capitale. Due squadre a livello di classifica agli antipodi i cui calcoli però diventano zero per una partita che storicamente ha sempre azzerato le gerarchie e visto clamorosi colpi di scena da una parte e dall'altra. Un esperto di questi ambienti, di questa sfida, è senza dubbio Claudio Ranieri, lui che di derby capitolini ne ha già vinti 4 e punta il quinto successo. A 48 ore circa dalla partita proprio il tecnico capitolino si è presentato in conferenza stampa per presentare la partita contro la Lazio. Ecco le parole dell'allenatore romanista.
Le prime parole di Ranieri sulla partita sono legate ai recuperi in rosa e anche al derby in sé: una partita speciale che il tecnico giallorosso vive da grande romanista e grande tifoso. "Sono recuperati tutti tranne Çelik perché ha la febbre e vediamo domani se avrà sfebbrato. Per me il derby rappresenta la stracittadina, tutto quello che può pensare un tifoso, che sia romanista o laziale, interista o milanista, doriano o genoano. È una partita che senti di più. In questo momento la classifica parla chiaro, loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un girone stratosferico, giocano con velocità e pochi tocchi, sono una squadra temibilissima. Il derby però è il derby e fa sempre storia a sé".
Approfondendo il tema precedente, si è chiesto all'allenatore un aneddoto personale su questa partita unica. "Andavo in Curva Sud, all'epoca era ancora tre quarti romanista e un quarto laziale. Aspettavamo tutti Dante, il capo-tifoso, per cominciare i cori. C'erano gli sfottò, non c'erano tutte le cose che sono successe nel corso degli anni".
Dal viale dei ricordi, si è tornati rapidamente alla cruda realtà, con il tecnico che ha spiegato cosa gli abbia fatto capire lo scorso meso di gennaio della sua squadra. "Ci ha fatto capire che siamo squadra, siamo riusciti a ricompattarci. Abbiamo dei difetti e lavoriamo per eliminarli. Ancora non siamo al 100% sotto quest'aspetto, però abbiamo rimesso per lo meno la nave in navigazione. Io non so dove possa arrivare e non ho mai promesso alle mie squadre niente di che, se non lavoro, sacrificio e voglia di dare il massimo in ogni frangente di ogni partita".
Si è tornati però sul tema della sfida e della sua iconicità, chiedendogli se il fatto che non ci sia una posta importante in palio, oltre ai tre punti si intende, lo tranquillizzi. "Se vale solo per i tifosi allora vale anche - scherza Ranieri - per me. No, non mi tranquillizza, mi dà l'emozione di sempre. Il derby è il derby. Ci tengono loro e così ci teniamo anche noi a far bene e vincere la gara. Certo, abbiamo tutti vissuto altri tipi di derby, ma il derby è il derby. Qui tutto si azzera, non conta la classifica. Giocheremo con la stessa voglia di far bene. Non c'è agitazione, l'agitazione non è una buona motivazione. La motivazione è nella consapevolezza della forza dell'avversario, della tua forza e di quello che bisogna fare per cercare di vincere".
Per molti giocatori potrebbe essere il debutto in una stracittadina, un fattore da non sottovalutare certo, ma che non interessa particolarmente Ranieri. "Credo sempre che il vantaggio sia mettere giocatori che stiano bene fisicamente, che facciano reparto e facciano squadra. Debuttanti o non debuttanti... L'importante è che stiano bene fisicamente e mentalmente, in connessione l'uno con l'altro. Quella è la mia ricerca".
C'è stato modo anche di parlare ei singoli, su tutti la domanda principale ha riguardato uno degli oggetti di mercato in uscita della squadra, ovvero il capitano Lorenzo Pellegrini. Sul suo scarso impiego, l'allenatore romanista risponde in questo modo. "È soltanto una considerazione che faccio io psicologica. Tecnicamente - prosegue Ranieri - lo considero uno dei migliori centrocampisti in Europa. Sono pochi i centrocampisti che fanno gol, chi ce li ha dovrebbe tenerseli stretti. Ma lui soffre questo fatto dei tifosi e io devo tener presente se un giocatore se ne fa carico o gli scivolano via. Lorenzo si carica tutti i problemi e questo è il suo peccato. Non dovrebbe caricarsi i problemi, ma giocare con naturalezza, com'era abituato a fare: solo così può ritornare il giocatore che è. Libero da ogni peso. Lui si porta dietro dei macigni. Non è facile giocare in casa che se fa uno-due errori il beniamino del pubblico non succede niente, fa un mezzo errore lui e viene subito caricato di negatività e responsabilità. Il giorno che lo vedrò sereno e tutto... Avete visto che non ho avuto alcun problema a metterlo a San Siro e stava per fare gol. Proprio come dicevo perché lui ha la capacità di arrivare a far gol nel momento giusto".
Si è spostato poi l'obiettivo della conferenza stampa sugli avversari, in particolare si è chiesto della qualità sugli esterni della Lazio. "La squadra di Baroni ha trovato il suo bandolo della matassa. Sono bravi sugli esterni, sono bravi centralmente, giocano in velocità, ripartono ogni volta a mille all'ora. È tutto l'insieme ottimo loro. Io tengo in considerazione tutto e sono convinto che anche Baroni starà tenendo in considerazione tutte le qualità e anche le difficoltà della Roma".
Restando in casa biancoceleste, si è chiesto a Ranieri se veda analogie con il derby del novembre 2010, quando i capitolini vinsero contro una Lazio capolista. "No, perché nella gestione del gruppo i derby si caricano da soli, i tifosi te lo fanno già vivere in ogni manifestazione. Noi abbiamo aperto il Tre Fontane per augurare buon anno, per incontrare i nostri tifosi e le nostre famiglie, ma loro ci hanno dato ulteriore spinta per il derby. Non dovevano darci un di più perché in ogni partita ce lo danno. Loro sono lassù, in zona Champions League. È logico che hanno la consapevolezza di voler arrivare in Champions League, una volta toccata, vogliono restarci. Non voglio essere retorico, ma ogni derby è a sé stante, non conta la classifica né null'altro. Conta soltanto il fischio d'inizio, da lì ci saranno diverse partite nella partita".
Ranieri è un esperto ormai nella stracittadina, mentre per Baroni, il suo collega sulla anchina rivale, si tratterà di un debutto. Un vantaggio per la Roma? Il tecnico capitolino la pensa diversamente: "No, non credo che sia determinante. Lui mette il pilota automatico, la Lazio va col pilota automatico, bisogna riconoscerglielo. Sentirà la bellezza, il sapore di un derby da allenatore. C'è una responsabilità diversa rispetto a quando si è giocatori da allenatori, ma tutto qua, la sua Lazio gioca con il pilota automatico".
Sulla carta la Roma giocherà in casa questo derby, previsto dunque un ambiente caldissimo colorato di giallorosso, nella speranza che la contestazione sia definitivamente finita. "Credo che siamo tutti uniti. Proprietà, massaggiatori, magazzinieri, tutti quanti siamo lì che vogliono fare bene, e anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Io ho anche una certa età, ma una volta si diceva che la Roma non si discute, si ama. Io l'ho sempre amata e la amerò sempre nel bene e nel male. Da bambino, ricordo, un presidente fece anche una colletta e quei tifosi divennero soci vitalizi. I Friedkin ci hanno messo tanti soldi, sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione".
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