Roma, a Monza come in Svezia: dominio sul campo, ma non nel risultato

L'analisi del pareggio giallorosso contro la formazione di Nesta

di FILIPPO MONETTI -
8 ottobre 2024
Niccolò Pisilli (in piedi) a contrasto con Warren Bondo

Niccolò Pisilli (in piedi) a contrasto con Warren Bondo

Roma, 8 ottobre 2024 – Due partite in trasferta sulla carta da vincere, in cui la Roma però non è mai riuscita a trovare il successo. Il bottino delle prime due trasferte di Ivan Juric da allenatore dei giallorossi non è incoraggiante, nonostante prestazioni però comunque positive sul campo. Dopo il ko a Boras in Svezia contro l'Elfsborg, i capitolini non perdono, ma non riescono ad andare oltre l'1-1 all'U-Power Stadium contro il fanalino di coda del campionato Monza. Il vantaggio realizzato ancora una volta da Dovbyk illude i giallorossi che si fanno recuperare pochi minuti dalla rete di Dany Mota, il quale approfitta di uno dei rari errori all'interno della sfida di Svilar.

In termini di rendimento in campo, il dominio giallorosso non è mai in discussione. All'ex Brianteo c'è solo una squadra in campo esattamente come è successo in Svezia. Il palleggio è efficace, c'è qualità per poterlo mantenere e tutti i giocatori capitolini sono abili nello sbagliare il meno possibile in fase di costruzione. Proprio però come successo contro l'Elfsborg, soprattutto nei primi minuti della sfida in Lombardia, è un fraseggio sterile quello della Roma: buono per le statistiche, ma scarico in termini di occasioni da gol. Salvo un diagonale affilatissimo di Pellegrini infatti, tutti i tentativi più pericolosi dei ragazzi di Juric nel primo tempo arrivano con conclusioni dal limite dell'area di rigore. Molto positivo soprattutto Koné, sempre attivo con le sue giocate in verticale e i suoi inserimenti a togliere i punti di riferimento alla retroguardia avversaria e pericoloso quando riesce a trovare spazio per tirare in porta. Sempre reattivo Pizzignacco tra i pali a respingere tutte le conclusioni vicino al suo specchio della porta.

I giallorossi però crescono poco a poco con il passare dei minuti e trovano maggiore confidenza con la porta avversaria, concludendo con maggiore continuità. A differenza della sfida contro l'Elfsborg però l'intervallo porta consiglio e i giallorossi cominciano la ripresa con un piglio diverso. Se nel primo tempo le azioni offensive non trovano il fondo della porta, è perché raramente è Dovbyk il terminale a concludere le azioni. Nella ripresa però l'ucraino si fa trovare libero con un bellissimo taglio dentro l'area e in diagonale trafigge il portiere avversario per il vantaggio romanista. Trovata la rete del vantaggio la partita sembra in discesa per la Roma, ma alla prima occasione, Dany Mota, appena entrato, approfitta del cross dalla sinistra non toccato da Svilar e appoggia in rete la rete del pareggio. Un colpo di scena inaspettato che fa riversare in avanti la squadra di Juric senza risultato per l'1-1 finale.

I numeri dell'incontro parlano chiaro: la Roma avrebbe meritato di vincere, ma il Monza è cinico e in quelle poche sortite offensive costruite ha strappato un punto che salva per ora la panchina di Nesta. Partendo dal possesso infatti i giallorossi mantengono il pallone per il 65% del tempo totale, contro il 35% avversario. Rispetto al match di Europa League però questa manifesta superiorità si traduce anche in tentativi di tiro: ben 15 totali per gli ospiti, che però peccano di precisione con solo 4 tentativi a centrare lo specchio. Il cinismo del Monza al contrario viene rispecchiato perfettamente dai loro numeri sottoporta: 3 tiri complessivi, tutti e 3 nella porta di Svilar. Dal punto di vista degli expected goals per altro anche la qualità delle occasioni biancorosse emerge con ben 1,12 xG costruiti in tre tiri, mentre la Roma, nonostante dimostri meritare di più, si ferma solo a 1,48 xG: molto meno di quanto altri dati avrebbero suggerito in precedenza.

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