Roma, De Rossi: "N'Dicka sta bene, duello con Osimhen bello. Orgoglioso della femminile"

Le parole del tecnico alla vigilia della sfida contro il Napoli

di FILIPPO MONETTI -
27 aprile 2024
Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

Roma 27 aprile 2024 - Dopo il successo all'ultimo respiro ottenuto contro l'Udinese nel recupero del finale del match valevole per la trentaduesima giornata di Serie A, la Roma è pronta a tornare nuovamente in campo. Gli impegni non accennano a diminuire per i giallorossi, ora attesi dalla complicatissima trasferta di Napoli, dove al Maradona i capitolini si giocheranno la chance di scrivere la parola fine sulle velleità partenopee circa una qualificazione alla prossima Champions League. Un successo romanista in terra campana non solo infatti permetterebbe ai lupacchiotti di allungare sul gruppo e cercare di fare ulteriore selezione, nel tentativo di blindare il quinto posto, ma a 4 giornate dal termine estrometterebbe aritmeticamente gli azzurri dalla quinta posizione, di fatto costringendoli a lottare solo per posizioni di Europa o Conference League. Una sfida così importante che De Rossi non ha presentato in conferenza stampa, ma bensì in un intervista ai canali ufficiali del club romanista. Ecco dunque le parole del tecnico da Trigoria.

L'intervista comincia con De Rossi subito a prendere la parola, raccontando delle difficoltà di questa trasferta e in generale del finale di stagione. “Le difficoltà maggiori, in questo momento, sono nell’affrontare tantissime partite ravvicinate, avere poco tempo per prepararle e avere avversari forti come Napoli in questo caso, ma come è stato anche per il Bologna o lo spezzone contro l'Udinese. Tutte le squadre che affronteremo sono di un livello altissimo, servirebbero forze fresche a volte, ma nella maggior parte dei casi anche gli altri hanno altri impegni. Sarà difficile ma non ci piangiamo addosso. Il Napoli penso sia l’unica squadra come livello dei giocatori che stanno vicino all’Inter, erano ingiocabili l’anno scorso, quest’anno sono in difficoltà ma andiamo ad affrontare una squadra sempre tosta”.

Loro da Campioni d'Italia in carica, quest'anno tante difficoltà, che clima vi aspettate? “C’è sempre insomma questa forte rivalità, il giorno del mio addio avevo fatto una battuta dicendo che mi sarebbero mancati i miei tifosi e anche quelli avversari tipo quelli del Napoli perché non passavo mai indifferente, l'odio sportivo che mi davano mi facevano sentire importante, qualcuno considerato. Domani magari ci sarà un po’ di nervosismo nei confronti della loro squadra, ma dopo il fischio d'inizio poi faranno la corsa a sostenere la squadra. Sarà un campo ostile, ma siamo abituati a farlo e lo abbiamo fatto anche in Europa in tante circostanze”.

Quanto può aiutare la vittoria di Udine? “Sì, non deve aiutare troppo perché non abbiamo fatto tanto, abbiamo rimesso un pochino le cose a posto e diciamo che ci siamo ripresi i tre punti che avremmo dovuto fare contro il Bologna. Il calendario nostro è complicato ed è complicato raggiungere il nostro obiettivo, sappiamo di dover cominciare già da domani per fare un altro passo in questa direzione”.

Quali sono le indicazioni circa la squadra? Come sta N'Dicka? L'assenza di Paredes? “Evan sta bene, si è allenato e ha fatto capire soprattutto con le parole che si sentiva benissimo. In allenamento non ha avuto paura dei contrasti, degli scontri, è tornato giocatore al 100%. Lui e Mancio avranno un bel duello davanti perché Osimhen è uno dei centravanti più forti al mondo. Abbiamo molta fiducia in loro. Sull’assenza di Paredes saremmo pronti a fare a meno anche di un giocatore forte come lui”.

L'esperimento di Abraham e Azmoun, anche se relativo al finale di Udine, com'è stato? “Esperimento interessante, se pensiamo che abbiamo anche Lukaku. Avevamo fatto qualcosa di simile a Frosinone, ma non era andato bene con Lukaku e Azmoun, ma è un qualcosa di ripetibile quando vuoi portare presenza e centimetri in area. Ma anche a partita iniziata si può impostare la sfida così, purché ci sia un’organizzazione diversa che sorregga i due attaccanti. Non è che lo provi per una partita di 19 minuti, magari dovremmo essere pronti in futuro per metterla in campo se fosse necessario”.

Come ci si sente con l'avere poche alternative ai tre punti da qui a fine campionato? “Sono partito tre mesi fa e se mi aveste detto che sarei stati quinto adesso a 4 punti dall’Atalanta e a 6 dalla Lazio, ci avrei messo la firma visto dove siamo partiti. Abbiamo riacceso questa corsa e da un sogno l'abbiamo resa qualcosa di possibile, le squadre dietro sono forti, il calendario non è facile ma c’è grande consapevolezza di aver fatto grandi partite con grandi squadre, forti come noi, e pessime partite con squadre sulla carta più deboli. Se ci avessero detto in anticipo che l’Atalanta avrebbe fatto un solo punto tra Cagliari ed Hellas Verona, ci saremmo tutti messi a ridere, ma a fine stagione può succedere di tutto. Le squadre di bassa classifica possono essere più pericolose delle altre”.

È arrivato il secondo scudetto consecutivo della Roma Femminile, qual è il commento di Daniele De Rossi? “Orgoglio, grande orgoglio e un pizzico d’invidia. A parte gli scherzi, ieri sera ci siamo sentiti con Spugna e Bavagnoli, siamo molto orgogliosi di loro e se mi fai ricordare che abbiamo sceso la scalinata anni fa con Bartoli a Piazza di Spagna ricordo che erano un po’ intimorite da noi, era tutto nuovo per loro. Abbiamo cercato di metterle a loro agio e ora sono loro a metterci a nostro agio, sono le vere campionesse che portano la gloria a Roma. Non vediamo l’ora di eguagliarle e di emularle facendo qualcosa di importante con la squadra e per la squadra. Bravissime, siamo felici per loro, il calcio femminile penso stia crescendo molto in Italia al di là della Roma, vediamo calciatrici di valore assoluto, è un movimento importante per il calcio maschile. Sono ragazze che ci tengono, ogni tanto incontro Linari e sono ragazze malate di calcio, ed è giusto che abbiano il loro spazio, il loro riconoscimento e quando si vince anche il loro onore”.

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