Roma, De Rossi: "Ogni squadra è battibile, serviranno rispetto e spavalderia"

Le parole del tecnico giallorosso in conferenza stampa prima della sfida con l'Inter

di FILIPPO MONETTI -
9 febbraio 2024
Daniele De Rossi è reduce da tre vittorie nelle prime tre sulla panchina giallorossa

Daniele De Rossi è reduce da tre vittorie nelle prime tre sulla panchina giallorossa

Roma, 9 febbraio 2024 – Dopo tre successi consecutivi Daniele De Rossi è atteso da quello che fin qui sarà il suo test più probante da allenatore della Roma. Nella giornata di domani infatti i giallorossi ospiteranno l'Inter capolista, in uno dei match più importanti della ventiquattresima giornata di Serie A. A presentare la sfida è stato lo stesso tecnico dei capitolini, che ha risposto alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa di Trigoria. Queste le sue parole.

In termini di rendimento c'è una differenza netta, con quali idee, forza e coraggio la Roma sta preparando questa partita?

"Il coraggio che devono avere i giocatori forti e noi siamo pieni di giocatori forti. Coraggio, intelligenza e conoscenza di chi andiamo ad affrontare, ogni squadra del mondo è battibile e lo è anche l'Inter. Siamo tutti d'accordo se diciamo che è la squadra più forte del campionato. Ora si alza il livello rispetto alle prime tre partite. Cambia la metodologia di preparazione alla gara. Affrontiamo una squadra abituata a tenere il dominio del gioco, ma ci saranno anche momenti in cui potranno soffrire. Siamo consapevoli di poter fare una grande partita, così come della forza dei nostri avversari".

Vorrei tornare a martedì, so che ha avuto con i contatti della famiglia Losi riguardo l'assenza ai funerali, cosa è successo?

"Io posso parlare per me stesso. Non ho chiesto la data, il luogo. La partita mi ha distratto e ho commesso un errore grave. Non sento di pentirmi, perché non è un errore in malafede, mi dà fastidio non essere andato a salutarlo. Non è una questione di ruolo o protocollo, è una questione di rapporto tra me e lui. Suo figlio è molto simile al padre, sa benissimo il rapporto che c'era tra noi. Mi dispiace tanto non averlo salutato, la distrazione è grave perché c'era un rapporto umano. Non avevo niente da fare, ho aperto un post sui social e ho visto le foto e non ci potevo credere. Ho parlato con Roberto ed è stato meraviglioso, credo che la cosa più importante fosse parlare con lui e scusarmi con lui.  Sono stato disattento, ho chiesto scusa e ora spero e credo debba finire lì".

Che partita ti aspetti domani da Lukaku? Pensi che giocare contro la sua ex squadra possa dargli motivazione in più?

"Cerco di scindere l'aspetto emotivo da quello calcistico. Qui devo parlare al cuore e alla testa dei giocatori. Mi basterebbe vedergli fare la stessa partita fatta col Cagliari. Lì mi era piaciuto moltissimo: ha giocato con la squadra, attaccato la profondità, calciato in porta tante volte. Per il resto un po' di emozione la saprà gestire, non è più un giocatore di 20 anni".

In questa stagione la Roma ha sempre faticato con le big del campionato. Da cosa può dipendere?

"La casualità non esiste, però mi stai chiedendo di commentare scontri diretti che non ho preparato io. Poi ci sono dei numeri che parlano. Vediamo come andiamo domani e vediamo se ci saranno ancora queste problematiche. Quando giochi contro squadre forti si può perdere. Ci sono dei livelli in campo che parlano. Per quanto riguarda noi sto cercando di far partire un percorso che non so quanto durerà, ma devono capire che siamo una squadra dello stesso livello. Non credo sia un problema di approccio, ci sono giocatori che hanno vinto partite di livello importantissimo, sarebbe offensivo nei loro confronti dire che hanno paura di giocare contro le grandi. Nelle squadre forti ci sono altrettanti giocatori forti che allo stesso modo non ti temono. Noi cercheremo di vincere questo braccio di ferro, ma la testa dei giocatori non credo sia un problema, altrimenti non avrebbero ottenuto i risultati che hanno ottenuto".

L'Inter è stata la squadra che ha affrontato più spesso in carriera giocandosi anche lo scudetto, ha qualche ricordo particolare di questa sfida?

"Ci siamo giocati Scudetti e Coppe Italia, era una roba a due tra noi due. A parte qualche trofeo hanno quasi sempre vinto loro. In campo è sempre stata una sfida calda, ma tra i giocatori c'è sempre stato grande rispetto. Mi dispiace aver giocato già a San Siro perché lo considero lo stadio più emozionante, a parte il nostro. Sarà bello incontrare alcuni ragazzi dell'Inter che ho conosciuto in Nazionale e speriamo sia una sfida altrettanto bella quanto quelle di quegli anni lì".

Quanto possono influire i ritorni di Smalling e Renato Sanches?

"Renato Sanches è un elemento fondamentale come tutti gli altri. Siccome abbiamo tante partite davanti, tutti saranno utili. Si stanno rimpicciolendo le distanze fisiche tra loro e il resto dei compagni. Si allenano con il gruppo e fanno poi un lavoro supplementare per il condizionamento fisico. Sul campo li ho ancora visto poco ma, da quel che poco che ho visto, saranno importanti per noi".

Contro una squadra davanti in classifica è importante avere rispetto, ma non deve essere scavalcato dalla paura. Domani servirà rispetto per l'Inter? Poi ti chiedevo una valutazione di El Shaarawy nel nuovo ruolo che gli hai affidato.

"Dovremo sì avere rispetto ma anche un po' di spocchia, un po' di spavalderia. Non siamo gli ultimi arrivati, siamo la Roma. Si gioca in casa nostra con sessantacinquemila spettatori. È facile trasformare il rispetto in paura se ne porti troppi. Dovremo essere intelligenti, quando giochi con le squadre più forti ci sono dei momenti in cui soffrirai. Essere consapevoli di questo è da persone mature, non dobbiamo però consegnarci a loro per questo. Noi possiamo vincere, sulle 38 partite dimostriamo di non avere i loro passo, ma sulla partita singola si possono battere. Stephan è un ragazzo che conosco da tantissimi anni e sta avendo un'evoluzione mentale importante. Prima era buono, leggerino, mi arrabbiavo molto con lui per questo, ma ora è diventato un giocatore vero. Oggi ne scherziamo insieme tra l'altro. Anche quando vedevo la Roma da tifoso, avevo la sensazione potesse fare male in ogni momento. Lui e Zalewski sono i nostri giocatori che potrebbero giocare lì domani. Giocherà domani? Ogni partita ha una strategia diversa, quindi mi tengo un po' di tempo in più per decidere cosa faremo. Se ti dico se gioca o meno capisci tutta la formazione di domani (ride ndr)".

Dal punto di vista tattico, visto che si giocherà giovedì contro il Feyenoord, giocherà Bove? "Noi siamo concentrati su domani, non sul Feyenoord, sappiamo che è importante ma non ci pensiamo. Metterò la squadra migliore possibile per battere l'Inter. Non facciamo rotazioni in base alla partita successiva. Si possono fare dei ragionamenti anche in base a chi è fuori lista e non potrà giocare in Europa, ma cambiamenti in previsione della prossima partita non ne faremo".

Claudio Ranieri, così come altri, ti hanno dato del predestinato, tre settimane fa una scommessa. Come ti senti tu adesso come allenatore?

"Non lo so, ho letto questi articoli anche un paio di anni fa, poi dopo la Spal in pochi continuavano a dirlo e ho trovato molte porte chiuse, come giusto che fosse dopo quei mesi. Io credo che predestinati non ne esistano. Un po' per caso mi sono trovato nel posto dove sogno di fare l'allenatore per tutta la vita. Il fatto che io sia qui è una casualità ma anche un segnale importante, mi fa interfacciare con un mondo del calcio che conosco meglio rispetto allo scorso anno. Non penso alle etichette. Mi godo questa avventura giorno per giorno, non so quanto durerà, ma mi sta piacendo molto".

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