Roma, Juric: "Dybala e Soulé possono giocare insieme. Zalewski? Si sta risolvendo"
Le prime parole di Ivan Juric da allenatore della Roma
Roma, 21 settembre 2024 - Vigilia della sfida di Serie A contro l'Udinese, la Roma vedrà anche Ivan Juric bagnare il proprio debutto da capo allenatore sulla panchina giallorossa. Una grande responsabilità nel periodo forse più complicato a livello dirigenziale della presidenza Friedkin. Un tifo carico di aspettative e una contestazione che probabilmente si farà sentire per via dell'esonero di Daniele De Rossi. Insomma tanti nodi al pettine romanista che il tecnico croato dovrà gestire, con una squadra appena conosciuta. Proprio per questo l'allenatore ci ha tenuto a presentare personalmente la sfida dall'interno del centro tecnico di Trigoria in conferenza stampa. Ecco le sue parole.
La prima domanda ha puntato i riflettori sulla Roma e che squadra abbia conosciuto il tecnico in questi giorni. "Penso che la squadra, specialmente l’anno scorso con Daniele in una fase ha dimostrato che può lottare con chiunque, perché ha fatto veramente un bel calcio. Secondo me in questi 8-9 mesi di Daniele ho visto tanti concetti che piacciono a me. Sia il gioco a tre, sia l’aggressività. Ci sono tanti spunti già da prendere là. Poi magari cercare di amalgamare tutto insieme nel senso di aggiungere all'aggressività, possesso palla e altri aspetti".
Dalla Roma, la lente di ingrandimento si è poi spostata verso gli avversari di domani, ovvero l'Udinese. "L’Udinese in queste partite ha dimostrato di aver cambiato mentalità. Vanno veramente tanto forte. Stanno esprimendo un bel calcio con dei giocatori che a me in passato davano sensazioni di grande potere fisico ed equilibrio tecnico. In questo momento li vedo come una delle squadre più forti in Serie A. Sarà durissima affrontarli. Stanno facendo bellissime prestazioni, tanti punti e possono fare i goal in mille modi. Hanno una struttura fisica impressionante".
Si è tornati poi a parlare di Roma, chiedendo come De Rossi abbia cambiato la squadra giallorossa. "Quello che ho visto lo scorso anno nella prima fase di De Rossi era una Roma molto aggressiva. Ha fatto partite di grandissima aggressività e mi sembrava anche che i giocatori lo potessero fare. Sicuramente c’è un po’ da riprendere questo discorso e di lavorarci su, perché più di una forza fisica, di corsa, è la posizione e le conoscenze che rendono il calcio equilibrato. Penso che anche a Torino molti giocatori non erano adatti ma poi alla fine per loro intelligenza sono riusciti a plasmarsi al mio tipo di gioco. Ci vorrà un po’ di tempo, sicuramente, però sono convinto che la squadra può farcela. Può pressare alto, può accettare certe situazioni, però la mia idea è che deve rimanere aggressiva".
Juric porta con sé l'aria di un traghettatore in giallorosso, per questo gli si è chiesto i suoi obiettivi concordati con la dirigenza per fine campionato. "Tutte le occasioni sono importanti. Tra Primavera, vice e tutte le categorie, sono 14 anni che lavoro. Sicuramente la Roma è la squadra più grande che ho allenato. Quando ci sono queste occasioni non pensi alla durata del contratto o a quelle cose là. Devi dimostrare di essere in grado di allenare una grande squadra. Vedendo la rosa penso si possa fare bene. La proprietà è stata molto chiara e diretta. Secondo me stanno facendo un cambiamento societario, nel senso che la rosa sta diventando molto più giovane. Hanno preso tanti giocatori giovani da far crescere e da sviluppare. C’è un buon mix tra giocatori esperti e giovani. C’è tanto da lavorare. Come tutti fanno, mi hanno chiesto lo sviluppo dei giocatori e certamente i risultati, alzando il livello di tutta la rosa. L’obiettivo della società è che la Roma entri in Champions e ci rimanga nel tempo. Questo è l'obiettivo principale".
Si è poi tornati a parlare di campo, chiedendo al tecnico come abbia visto la Roma nelle scorse quattro partite di campionato giocate. "A tratti ci sono state secondo me cose positive, a tratti cose negative. Durante le stesse partite vedevamo movimenti positivi, dove si esprimeva buon calcio e momenti dove no. Sicuramente c’è da migliorare questi aspetti. Non è tutto da buttare, assolutamente. Secondo me Daniele percepisco che qui abbia fatto un grandissimo lavoro. Anche a livello di organizzazione e di lavoro e di comportamento dei giocatori, qui si è abituati a lavorare molto bene. La squadra anche fisicamente sta a un buonissimo livello. Io vorrei introdurre certe cose che ho visto in passato e che secondo me possiamo fare".
C'è stato modo di analizzare anche l'aspetto mentale della squadra, con la domanda per Juric circa come lo spogliatoio abbia metabolizzato l'esonero di De Rossi. "Penso che la base degli esoneri come ha detto Daniele De Rossi, quando subentrò a Mourinho, sono sempre i risultati. È la stessa cosa che mi insegna la mia carriera. Se non fai risultati rischi di essere esonerato e così è successo a Roma penso. La squadra ha dato tutto a Daniele. Questa è una mia sensazione. A volte subentri e ci sono problemi io qui invece non li ho percepiti. La squadra ha dato tutto quello che aveva per l’allenatore. Penso che l’unica ragione sia il risultato".
La conferenza stampa ha poi virato sui giocatori singoli, chiedendo innanzitutto di Paulo Dybala nello scacchiere di Juric. "Ho visto tutte e quattro le partite di Dybala. Paulo è un giocatore intelligente. Fa un buonissimo lavoro anche difensivo. È posizionato sempre bene e poi sappiamo tutte le sue qualità. In questi giorni ho visto che fa tutte le fasi benissimo. Ripeto anche il lavoro difensivo lui lo fa con molta attenzione per cui ci lavoreremo su. Lui è un giocatore di grandissima qualità".
Da Dybala a Soulé, o meglio alla coppia composta dai due argentini, Juric ha accolto alla possibilità di schierarli contemporaneamente. "Sì. Possono giocare insieme. Penso che Dybala non ha giocato per tutte le vicende che aveva. Loro possono giocare assolutamente insieme. Senza problemi".
Uno dei marchi di Juric è la difesa a tre e gli si è chiesto se la formazione è costruita per questo e anche quale potrà essere il ruolo di Hermoso. "Penso che la difesa è strutturata bene. Ci sono giocatori che sono abituati a giocare a tre. Hermoso lo penso come terzo a sinistra, nella posizione a cui è abituato a giocare e ha giocato tanto. Lui ha fatto buonissimi allenamenti ma non è ancora al top. La difesa si pensa spesso debba essere fisica, ma ci sono dei casi che non è cosi. Vedi un Rodriguez che non ha fisicità, ma ha molta intelligenza. Questo vuol dire che è importantissimo l'aspetto della fisicità ma è altrettanto importante essere intelligenti e saper trovare le posizioni. A volte i giocatori anche con meno forze fisiche riescono ad interpretare benissimo il gioco. Ripeto, la forza fisica è importante ma è altrettanto importante l’intelligenza fisica dei giocatori".
L'ultima domanda ha chiesto al tecnico qual è l'attuale situazione di Nicola Zalewski. "La cosa si sta risolvendo in modo giusto penso che è un giocatore che a me piace e adesso vedremo. Ha cominciato ad allenarsi con la squadra e secondo me va sulla direzione giusta. Per me può essere importante per lo sviluppo di tutta la stagione".
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