Roma: palleggio lento e attacco inconcludente, il ko in Olanda come quello in Svezia
L'analisi della sconfitta di Europa League della Roma
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David Moller Wolfe dell'AZ Alkmaar celebra il gol contro la Roma
Roma 24 gennaio 2025 - Si poteva ipotecare quantomeno la presenza giallorossa agli spareggi di questa Europa League e invece la Roma dovrà vivere 90 minuti di passione nell'ultima giornata per strappare il pass definitivo alla fase a eliminazione diretta. La squadra di Ranieri non riesce ancora a superare il tabù trasferta, al contrario cade all'AFAS Stadion di Alkmaar contro l'AZ per 1-0. Partita brutta giocata male da parte dei giallorossi, che non sono riusciti a imporre la loro superiore qualità, cadendo su una ripartenza biancorossa, culminata con il gol di Parrott all'ottantesimo. Seconda sconfitta continentale per i romanisti, che fa il paio con quella patita in Svezia contro l'Elfsborg e ora costringerà alla vittoria contro l'Eintracht di Francoforte per evitare di fare calcoli nella giornata finale.
La partita non è delle più semplici da interpretare, infatti l'AZ Alkmaar sceglie una tattica prettamente difensiva, a dispetto invece di quelle che sono le proprie caratteristiche. In Olanda i biancorossi amano attaccare e giocare a grande ritmo. Non hanno più il carisma di qualche anno fa in termini di interpreti, ma la squadra è giovane e ricca di talenti interessanti. Martens però è consapevole di come una sfida ad alto ritmo, ricca di capovolgimenti di fronte, potrebbe favorire le caratteristiche e la qualità della Roma di Ranieri. Per questo il tecnico belga opta per un baricentro bassissimo, con tutti gli effettivi a difendere sotto la linea del pallone, compattandosi spesso sotto i quaranta metri di campo.
La Roma è così costretta a palleggiare con insistenza, ma la gestione è lenta e prevedibile. Dovbyk è troppo isolato, Pisilli è seguito a uomo da Clasie e non riesce a colpire con i suoi inserimenti, mentre Dybala viene contenuto con una dura marcatura preventiva e un raddoppio rapido per non permettergli di accendersi. Il risultato è una partita molto bloccata, in maniera simile all'altra sconfitta patita in Europa dai giallorossi contro l'Elfsborg. A differenza del match in Svezia, la Roma però è meglio organizzata dietro e riesce a non concedere la profondità agli avversari, risultando in una sfida molto bloccata.
L'ingresso di Soulé per Dovbyk nel secondo tempo toglie parecchi punti di riferimento alla difesa avversaria e questo spinge i giallorossi ad attaccare con maggiore consistenza. Quando però i primi attacchi vengono respinti, i capitolini cominciano ad aumentare il numero di uomini nella metà campo avversaria, esponendosi anche a ripartenze pericolose. Maikuma al 76' riceve da posizione molto favorevole in area, ma il suo tiro è morbido. Quattro minuti più tardi invece Parrott non ha la stessa premura del giapponese. Sulla bella transizione olandese, Clasie riceve al limite e invece di calciare, serve molto bene la sovrapposizione di Moller Wolfe, il quale tocca in area per l'irlandese, il quale realizza il gol vittoria. A nulla serve il forcing finale giallorosso, con Owusu-Oduro raramente messo in difficoltà.
I numeri della gara raccontano del palleggio insistito della Roma, ma anche di come i giallorossi fatichino a trasformarlo in occasioni pericolose, pagando tanta imprecisione. I ragazzi di Ranieri palleggiano per il 61% del tempo, realizzando l'87% dei passaggi (574 su 658), mentre gli avversari nel restante 39% palleggiano con la precisione del 79% (297 su 378 passaggi completati). Anche nel numero di tentativi la Roma è avanti rispetto agli avversari, avendo tirato per 12 volte totali, contro le 7 avversarie, 2 di questi nello specchio per i capitolini, contro solo 1 per gli olandesi. Ma solo uno di questi tentativi per i giallorossi si può considerare grandi occasioni da gol, come spiegano gli expected goals. In totale infatti i giallorossi combinano per 0,73 xG, contro i ben 1,08 xG degli olandesi, giustificando così il risultato finale maturato ad Alkmaar.
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