Roma tra i fischi, alla fine paga Juric. Il sogno è Mancini: "Serve tempo"
Esonerato il tecnico, il ds Ghisolfi si scusa con i tifosi: "Il progetto rimane lo stesso, vogliamo vincere"
Se un giorno sui banchi di Coverciano i docenti della Figc decidessero di tenere una lezione su come non si gestiscono gli allenatori potrebbe risultare esemplare la disgraziata parentesi giallorossa di Ivan Juric.
Ieri all’ora del tè, quando il Bologna di Vincenzo Italiano aveva appena smesso di festeggiare sul prato dell’Olimpico la vittoria per 3-2 ai danni della Roma, una fredda nota del club dei Friedkin annunciava l’esonero del tecnico croato. Con tanto di finti ringraziamenti di rito e un vago riconoscimento del fatto che raddrizzare la barra di questa Roma era un’impresa titanica, per cui il ruvido Juric, uno che nel dubbio i suoi giocatori li attacca al muro dello spogliatoio, non era l’interprete più adatto.
"Vogliamo ringraziare Ivan Juric per il suo duro lavoro nelle ultime settimane – si legge nella nota –. Ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità, e di questo gli siamo grati. La ricerca di un nuovo responsabile dell’area tecnica è già iniziata e verrà annunciata nei prossimi giorni".
Molte strade portano all’ex cittì dell’Italia e dell’Arabia Saudita Roberto Mancini, la cui lazialità però sarebbe mal digerita dal popolo giallorosso. Quel popolo giallorosso che ieri prima, durante e dopo l’atto finale di Juric ha trasformato il catino dell’Olimpico in una sorta di moderno Colosseo, col pollice verso indirizzato verso quasi tutti i pallidi interpreti della stagione giallorossa.
Fischi per tutti, anche quando la squadra affondata sotto i colpi di Castro, Orsolini e Karlsson nel secondo tempo è stata rianimata dall’illusoria doppietta di El Shaarawy. Juric, che dopo aver escluso Dybala dalla lista dei convocati nel sabato di vigilia ieri ha mandato in tribuna anche Pellegrini e Zalewski, non si è presentato davanti alle telecamere di Dazn già prima della partita, figurarsi dopo.
La sua avventura sulla panchina della Roma in sostituzione di Daniele De Rossi è durata appena 53 giorni, con un ruolino di marcia che in casa giallorossa sarà ricordato come il peggiore degli ultimi vent’anni. Zero rimpianti, dunque: anche se le colpe vanno ricercate nei Friedkin, proprietari americani lontani e sempre più assenti.
"Chiediamo scusa ai tifosi – ha detto presentandosi in sala stampa il direttore sportivo dei giallorossi Florent Ghisolfi –. Ma i programmi e gli obiettivi dei Friedkin non cambiano: vincere".
Un verbo che questa Rometta non sa più declinare..
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