Roma: una squadra sprecona subisce la reazione del Genoa

L'analisi del pareggio della Roma contro il Genoa

di FILIPPO MONETTI -
18 settembre 2024
Artem Dovbyk festeggia il suo primo gol in Serie A

Artem Dovbyk festeggia il suo primo gol in Serie A

Roma, 18 settembre 2024 - Sfortunata, incerottata e ancora a secco di vittorie. L'avvio di stagione della Roma non è stato da incorniciare: al contrario a livello di risultati Daniele De Rossi sembra aver ricalcato i primi passi della squadra di José Mourinho dello scorso anno. Le differenze però ci sono e sarebbe ingiusto nei confronti del tecnico non sottolinearli. La formazione giallorossa è attiva, combattiva, ma pecca sempre di qualcosa per riuscire a fare punteggio pieno, inciampando nei dettagli che spesso fanno però la differenza tra il successo o meno. Questa situazione si è ripetuta anche allo stadio Luigi Ferraris in Marassi, quando contro il Genoa la Roma non è riuscita a portarsi a casa il successo, subendo la rete del definitivo 1-1 a tempo scaduto con la rete di Koni De Winter a pareggiare quella di Artem Dovbyk del primo tempo.

L'analisi della partita

Per la trasferta di Genova, De Rossi sceglie la difesa a tre, quella che ha già impressionato nello scontro diretto con la Juventus e che ha fin qui mostrato la migliore faccia della squadra capitolina. A sorpresa c'è ancora Niccolò Pisilli in mediana ad accompagnare Bryan Cristante e Manu Koné, mentre sugli esterni Stephan El Shaarawy e Alexis Saelemaekers e in avanti Dovbyk e Paulo Dybala. Un modulo a specchio rispetto a quello genoano, con Alberto Gilardino a puntare su Andrea Pinamonti ed Caleb Ekuban in avanti, mentre Stefano Sabelli e Aaron Martin agiscono sugli esterni al fianco di Morten Frendrup, Morten Thorsby e Milan Badelj a completare il reparto mediano. 

La prima sfida tra le due squadre si gioca sul piano della pressione. Le formazioni in campo amano soffocare la manovra avversaria e trasformare subito le giocate difensive in offensive. In questo senso sono molto importanti gli accoppiamenti, soprattutto nella zona nevralgica del campo. In questo senso gioca a favore dei capitolini la grande mobilità di Pisilli e Koné, sempre attivi nel dare supporto a Dovbyk e Dybala quando chiamano la pressione e i due esterni a completare lo schema di aggressione romanista. 

In fase offensiva invece è principalmente Pisilli dalla mediana a sganciarsi per attaccare con ottima qualità la profondità, mentre Koné resta più indietro. Non è un caso che il giovane prodotto delle giovanili romaniste ci metta lo zampino anche nell'azione del gol. Grande lavoro a tutto campo da parte dei due esterni, in particolare è Saelemaekers a mettersi in luce, il quale riesce a dare maggiore tono e qualità di gioco alla catena di sinistra, zona di campo da cui nasce la rete di Dovbyk. Per l'ucraino invece un gol realizzato da vero rapace di area di rigore, attento e grintoso sul pallone vagante ad anticipare tutti e ribadirne in porta la traiettoria. Non solo la rete dell'ex Girona, la Roma nel primo tempo riesce anche a costruire diverse occasioni per chiudere la partita, ma la troppa imprecisione e anche un paio di ottimi interventi di Pierluigi Gollini, tengono a una sola rete il margine ospite: dettaglio fondamentale ai fini del risultato finale.

Nella ripresa Gilardino cambia le carte in tavola e passa al 4-4-2, cercando di usare tutta l'ampiezza del campo a proprio favore. In termini statistici il baricentro del Genoa si alza di quasi venti metri, mentre di tutta risposta, la Roma si abbassa di 15, riassumendo in due numeri anche la paura di subire la rete del pareggio da parte dei giallorossi, rinunciando anche a giocare, un timore che si rivelerà fatale. In questo senso i cambi della panchina romanista tolgono brillantezza alla manovra romanista, costringendo sempre più indietro la linea capitolina, fino poi a capitolare nei minuti di recupero, in una serie di episodi negativi: dall'infortunio di Lorenzo Pellegrini, l'espulsione di De Rossi, poi culminati nella rete di De Winter a tempo scaduto.

I numeri della partita

La partita tra Genoa e Roma è stata una sfida a due facce, che hanno finito poi per equilibrare (più o meno) a livello statistico la sfida. Ciò nonostante, il pareggio sorride molto di più ai liguri che non ai giallorossi. La squadra di De Rossi è stata sprecona quando nel primo tempo ha avuto le chance di chiudere il match e nonostante i padroni di casa siano stati capaci di ribaltare il copione del match nella ripresa, non sono riusciti a fare abbastanza d giustificare in termini numerici il risultato finale.

Dal punto di vista del possesso e del palleggio, la Roma vince di misura la sfida contro i rossoblù mantenendo il pallone per il 51% del tempo, contro solo il 49% genoano. In termini di fraseggio però è la squadra di casa a risultare più precisa, nonostante il volume inferiore di passaggi: i liguri infatti portano a compimento 324 fraseggi su 381 tentati, convertendo i palleggi nell'85% delle volte, mentre i romanisti riescono a completare 349 passaggi su 420, con un tasso di conversione dell'83%.

In attacco invece è stata una vera e propria battaglia a viso aperto: le due squadre combinano per la bellezza di 36 tiri totali, 20 per il Genoa e 16 per la Roma, con rispettivamente 8 e 6 di questi tentativi in porta a testa. Numeri degni di una partita a livello continentale, che mostrano anche la grande attitudine offensiva dei due schieramenti. Ma se in termini quantitativi è il Grifo a fare meglio della Lupa, in termini di qualità non c'è partita in favore dei giallorossi. Se si analizzano infatti gli expected goals, il Genoa si ferma a 1,60 xG, mentre la Roma combina per quasi un gol extra, in un totale di 2,66 xG. Sulle spalle capitoline pesano due gravi errori di Dovbyk in occasioni da 0,49 e 0,44 xG, oltre ad altre occasioni importanti fallite da Mancini ed El Shaarawy. Dall'altra parte invece un solo errore grave in attacco per i rossoblù, quando Ekuban non riesce a superare Svilar dal limite dell'area piccola da posizione però abbastanza defilata.

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