È il Sassuolo dei giovani. Età media più bassa della B

L’intera rosa raggiunge il dato dei 23,9 anni, nessuno fa meglio nella categoria. La formula può essere vincente, come ha dimostrato il Frosinone di... Grosso.

5 settembre 2024
È il Sassuolo dei giovani. Età media più bassa della B

Il ventenne Flavio Russo esulta dopo il gol che ha piegato il Cesena (fiocchi)

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Che sia per necessità o per scelta, o per una miscela di entrambe, il calciomercato e i dati delle prime quattro giornate di questo campionato raccontano di un Sassuolo che ha preso seriamente la via di una filosofia incentrata sui giovani. Lo si dice spesso, nel calcio, ragionando per spot, quasi per propaganda, ma i numeri dei neroverdi dicono questo: 23,9 anni è l’età media della rosa, una delle più basse in questa Serie B, ma soprattutto, alla prova dei fatti, nella specifica graduatoria degli undici iniziali scesi in campo in queste prime 40 partite di B, su 80 squadre titolari, fra le prime dieci più giovani il Sassuolo di Fabio Grosso compare tre volte. Questi i dati nello specifico: 23,9 l’età media dello schieramento titolare contro il Cesena, 24,1 contro il Bari e 24,6 contro la Cremonese.

Solo il Frosinone di Vivarini compare più volte nei primi dieci posti della classifica delle formazioni più giovani (quattro volte, e per tre con una media di 23,6 anni), mentre i neroverdi sono al quarto, sesto e nono posto e le altre tre squadre a trovarsi in questo lotto sono lo Spezia (24,4 contro il Cesena), la Juve Stabia (24,5 contro il Mantova) e il Pisa (24,9 contro il Cittadella). Tutte le altre 70 formazioni iniziali scese in campo in queste prime giornate di B avevano un’età media superiore ai 25 anni, e tra questa anche l’unico undici del Sassuolo che non si trova nella lista di cui sopra, ovvero quello di Catanzaro-Sassuolo, età media 26,1, più alta delle altre tre principalmente per la presenza del veterano Obiang. Tra l’altro, l’età media dell’organico neroverde (23,9, appunto) è la più bassa della B, davanti al 24 tondo di Frosinone e Cesena, piuttosto lontana dalla media della categoria (25,7) e dalle tre rose più vecchie, quelle di Bari e Sampdoria (26,6 per entrambe) e Sudtirol (26,3). Sin qui i dati (dal sito Transfermarkt), che valgono sino a un certo punto perché il talento è più importante dell’anagrafe, e su questo non ci piove, ma è anche vero che segnalano non solo una tendenza, ma anche appunto una filosofia, e va detto che certe licenze è più facile prendersele in B – è una delle poche opportunità della cadetteria – che in A.

Alcuni casi di scuola, relativi ai ragazzi del vivaio: Justin Kumi, che aveva esordito lo scorso anno in A nella sciagurata sfida interna col Napoli, è stato schierato nell’undici iniziale in due occasioni, Flavio Russo ha già trovato le sue prime 4 presenze da professionista (una da titolare, sostituito solo a causa dell’espulsione di un compagno) e il suo primo gol, mentre Edoardo Pieragnolo – che l’esperienza l’ha fatta con la Reggiana – sta dimostrando di poterci stare. Con una Primavera che ha dimostrato di avere qualità, e considerando che in B nulla garantisce il successo, provarci con chi ha più gamba che memoria è un atto di coraggio. Tutto sta nello scegliere bene. Al Frosinone di Grosso andò benissimo. Il precedente c’è.

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