Sassuolo-Cittadella, il bis ’Mapei’ indigesto ai granata

Domani alle 15 i neroverdi replicano la partita di Coppa Italia giocata in agosto. Rispetto ad allora mancherà il solo Bajrami, l’unico alla fine ad essere partito.

4 ottobre 2024
Sassuolo-Cittadella, il bis ’Mapei’ indigesto ai granata

La partita dello scorso agosto col Cittadella, Bajrami era ancora neroverde

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Di nuovo, meno di due mesi dopo, è ancora Sassuolo-Cittadella, la partita che aveva rappresentato per entrambe il debutto stagionale: 9 agosto, Coppa Italia, sempre al Mapei, all’alba di una stagione che, allora, era tutta da capire. Non che ora sia tutto chiaro, ci mancherebbe, ma da quel 2-1 a oggi le idee sono più chiare, a partire dalla presenza di organici che due mesi fa erano il regno dell’effimero e adesso, almeno sino a fine dicembre, tali resteranno. L’esempio più lampante è nell’identikit di colui che segnò la rete dei veneti, Enrico Baldini: suo il gol del momentaneo 1-1, una conclusione da fuori insidiosa più che imprendibile, un bel modo per cominciare la stagione, in teoria. Eppure, lo scorso 30 agosto Baldini ha rescisso il contratto con il club granata, ed è abbastanza paradossale notare come diversi giocatori che pareva avrebbero lasciato il Sassuolo di lì a poco, almeno secondo radiomercato, da Thorstvedt a Laurienté, facciano invece ancora parte della rosa neroverde: dei 16 giocatori che Grosso schierò in quella gara, alla fine se n’è andato solo Bajrami, mentre il Cittadella, oltre a Baldini, ha ceduto anche Maistrello, uno dei sostituti che entrarono nella ripresa. Furono Mulattieri e Laurienté a siglare le reti che consentirono al Sassuolo di passare il turno e di portare a 7 la striscia positiva (6 vittorie tra B e Coppa Italia, un pareggio) contro i granata in casa, una sequenza che parte dalla sfida dell’8 novembre 2008, in B: 3-1 per i neroverdi di Mandorlini, con le reti di nomi che fanno parte di un passato (Poli, Pagani e Salvetti; per il Cittadella segnò Manucci) che allora pareva un sogno, e invece il meglio sarebbe arrivato dopo.

Ma Sassuolo e Cittadella è una sfida che, tra i professionisti, ricorda anche un passato in C1 e C2, quando i granata, che contro i neroverdi al Braglia e al Mapei non hanno mai vinto, al Ricci sono stati più volte in grado di dettare legge, risultando indigesti al Sassuolo di Allegri (sconfitto 0-1 in C1 nel febbraio 2008) e, a fine anni Ottanta, anche a quello di Vernacchia (un 1-2 nel 1989). Questi, però, sono precedenti di un passato remoto: quelli in B, per quanto non vicini, sono più prossimi, e richiamano tempi nei quali i parallelismi fra le due società si sprecavano. Perché? Perché né Sassuolo né Cittadella facevano né fanno provincia, perché sia il Sassuolo che il Cittadella si sono trovate per un certo periodo – e i neroverdi ancora oggi – a dover giocare altrove, perché le proprietà, quelle targate Squinzi e Gabrielli, hanno rappresentato, ognuna a modo proprio, l’aspetto più positivo del mecenatismo calcistico di provincia, figlio di storie imprenditoriali di successo e molto ben radicate in alcune aree. Simili un tempo, poi non più, avendo il Sassuolo vissuto a lungo un sogno (la A) che il Cittadella non è mai riuscito a realizzare. E i punti di contatto, da allora, sono stati sempre meno.

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