Sassuolo Grosso può riscrivere la storia della B

Mantenendo la media attuale i neroverdi chiuderebbero la stagione a 89 punti, superando il record attuale che si attesta a 87 .

di LORENZO LONGHI
18 febbraio 2025
Il Sassuolo di Grosso davanti ai propri tifosi nella gara vinta sabato per 2-0 contro il Brescia (Munarini)

Il Sassuolo di Grosso davanti ai propri tifosi nella gara vinta sabato per 2-0 contro il Brescia (Munarini)

Il Sassuolo di Fabio Grosso, in questa stagione di B, si è già accaparrato il record di vittorie consecutive in casa: apparteneva a una Dominante di nome, se l’è preso di forza una dominante di fatto. Altri ne arriveranno e, se è vero che quello di 8 vittorie di fila non è stato raggiunto all’andata (quando la sconfitta di Pisa fermò la sequenza a 7) ma c’è tempo per riprovarci, è vero altresì che, proseguendo sino al termine della stagione con la media punti attuale, i neroverdi si prenderebbero d’imperio il record con la R maiuscola, quello relativo al punteggio più alto mai fatto registrare da una prima classificata in una Serie B a 20 squadre.

Questo dicono i numeri: 61 punti in 26 partite rappresentano una media di 2,34 punti a partita che, proiettata su 38 partite, porterebbe a 89 punti. Bene: 89 punti nessuno li ha mai raggiunti, come detto, in una cadetteria a 20 squadre, e il record attuale appartiene a un’epoca nella quale la vittoria valeva due punti; era la stagione 1977-78 e a trionfare in quel campionato di B fu l’Ascoli che, in 38 partite, vinse 26 volte, pareggiò 9 partite e ne perse 3, per un totale di 61 punti – curiosamente, proprio l’attuale punteggio del Sassuolo – i quali, tradotti con il calcolo odierno, conducono a un totale di 87 punti.

Quello dei marchigiani fu un dominio, se si considera che la seconda e la terza classificata (entrambe promosse, perché al tempo finivano in A direttamente le prime tre), vale a dire Catanzaro e Avellino, chiusero entrambe a 44 punti, che al cambio attuale sarebbero rispettivamente 60 e 59. Quell’Ascoli stravinse con il miglior attacco (73 reti, ma il Sassuolo andrà molto oltre) ma senza avere la miglior difesa, cosa che in effetti non si rivelò minimamente un problema. L’Ascoli, per anni, è stata peraltro il simbolo delle squadre provinciali, ed è in qualche modo singolare che il record possa essergli strappato proprio dal club neroverde, che una provinciale lo è senz’altro, ma decisamente sui generis, considerata la sua storia recente e la filosofia che l’ha condotto sino a diventare una realtà che, recentemente, ha vissuto molto più la A che la cadetteria.

Ma che Ascoli era, quello che dominò quel torneo? Parliamo di una storia di ormai 47 anni fa, e i nomi di quell’avventura fanno parte di un passato che non tutti possono ricordare. Particolarmente noto era il presidente e proprietario, l’imprenditore edile Costantino Rozzi (alla sua ditta si devono le costruzioni degli stadi di Ascoli, Avellino, Benevento e Campobasso), mentre l’allenatore era Antonio Renna. Tra i giocatori si ricordano Claudio Ambu (che segnò 17 reti e fu secondo in classifica marcatori, dietro al catanzarese Palanca), Giancarlo Pasinato e Adelio Moro, che hanno vestito anche il nerazzurro dell’Inter, anche se il nome più noto da queste parti è quello di Gianfranco Bellotto, che in quell’Ascoli arrivò proprio dopo avere giocato per tre stagioni al Modena (e i gialloblù, quell’anno senza di lui, chiusero con la retrocessione), Modena che poi avrebbe allenato, per poco tempo e senza fortuna, nel 2004, per 8 partite in Serie A. Altri tempi, ma quel primato, che ancora regge, a breve potrebbe essere riscritto.

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