Sassuolo La cadetteria e l’effetto sabbie mobili

Dal Bari al Modena, dall’attesa del Parma e quella ancora in corso della Samp: tornare in A dopo un anno non è affatto scontato .

di Redazione Sport
4 settembre 2024
Sassuolo La cadetteria e l’effetto sabbie mobili

Mister Fabio Grosso immortalato nel corso della partita contro la Cremonese che lo scorso 31 agosto è costata la prima (sonora) sconfitta stagionale

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

La B da retrocesso il Sassuolo, nella sua storia, non l’aveva mai vissuta. E, a ben guardare, l’ultimo anno in cui il club neroverde si è trovato nella situazione di essere una neoretrocessa (con tutti i favori del pronostico) risale ai tempi della Prima Repubblica, al 1990-91, con i neroverdi chiamati a ripartire dall’Interregionale, dove sarebbero rimasti però impantanati otto stagioni. Ecco: in tempi e con modalità diverse, e ovviamente con livelli di difficoltà e risorse molto differenti, si tratta del medesimo rischio che il Sassuolo potrebbe trovarsi a dover affrontare in B. Un torneo infido, soprattutto per chi vi è scivolato dopo avere conosciuto la A, perché il rimbalzo non è mai scontato, e i motivi sono quelli che l’ambiente neroverde sta scoprendo: la riluttanza di qualcuno a restare (e l’eventuale permanenza con il broncio), le pressioni che gli altri club caricano sulla retrocessa, un campionato indecifrabile all’inizio e troppo spesso destinato a risolversi in un’ammucchiata nella quale la differenza è una misera manciata di punti, pochi e maledetti, ma determinanti. Per questo, servono pazienza e continuità. La pazienza, per esempio, è quella che non ebbe il Parma dopo la retrocessione nel 2021: affidò la panchina a Maresca – che evidentemente tanto male non era, considerando che ora allena il Chelsea dopo avere riportato in Premier il Leicester City – ma dopo pochi mesi, 17 punti in 13 giornate, decise di silurarlo affidandosi a Iachini, tecnico completamente diverso, buttando a mare un’annata. Quella dopo altro cambio, con Pecchia, ma lì il Parma ha capito l’errore: lo ha lasciato lavorare e, anche se la promozione nel 2022-23 non è arrivata gli ha consegnato una conferma che ha poi portato la sostanzialmente facile vittoria del campionato nel torneo seguente. Ora, nessuno sa come sarebbe andata con Maresca, ma un punto è chiaro: la pazienza vince, e alla fine il Parma, tutto sommato, ci ha messo tre anni, non un’eternità. Il Modena, per restare in zona, non ci è mai tornato. Le prime due stagioni dopo la retrocessione del 2004 iniziarono con ottime credenziali, nel 2006 la squadra arrivò anche alla semifinale playoff, ma persa quella, a prescindere dal come, dovettero passare otto annate di vacche magre prima di un nuovo rendez-vous con i playoff, sogno svanito di nuovo. Questo per dire che dalle sabbie mobili o si esce subito, o quasi, o il rischio è di non uscirne mai. Perché, per un Frosinone e un Venezia che ci riescono in 2-3 anni, ci sono un Brescia o un Bari che non riescono a uscirne: i lombardi dal 2020 (ed erano pure finiti in C, salvati dal ripescaggio), i pugliesi dal 2011, e nel frattempo ne hanno viste di cotte e di crude, ma quelle prime annate senza promozione furono decisive. E la Sampdoria? Dopo la retrocessione del 1999 ci mise quattro anni, faticando parecchio; ora è al secondo...

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