Inter a valanga sul Verona: l'Hellas cede malamente 0-5
I nerazzurri vincono di autorità a Verona con cinque gol nel primo tempo e un Hellas assente. Si rivede Correa che segna e fa assist. Doppio Thuram, poi De Vrij e Bisseck
Verona, 23 novembre 2024 – Paolo Zanetti aveva chiesto ai suoi di non essere spettatori, invece è accaduto. L’Inter passeggia sul Verona al Bentegodi e lo fa con una superiorità disarmante e schiacciante, ben spiegata dai cinque gol segnati nel solo per primo tempo per mettere in chiaro che oggi non ce ne sarebbe stata per nessuno. Troppo molle e debole il Verona, che ha aperto spazi incomprensibili in difesa e l’Inter ha potuto banchettare con gli attaccanti, Correa ad aprire le marcature e poi doppietta di Thuram, successivamente arrotondate dai gol dei difensori con De Vrij e Bisseck a mettere importanti timbri personali. Nulla da salvare tra i gialloblù e la posizione di Zanetti, dopo una non prestazione così, appare a forte rischio. La portata della sconfitta è data anche dal fatto che l’Inter solo una volta aveva segnato cinque gol in un tempo in trasferta: era il 1964. Dunque, se in casa scaligera ci saranno riflessioni, in quella meneghina ci si potrà godere momentaneamente il primato in classifica e senza faticare troppo in avvio del ciclo di ferro verso l’inverno.
Tutta l’Inter in mezz’ora
Inzaghi sceglie a sorpresa Correa titolare al posto di Lautaro Martinez, confermato Thuram, negli altri reparti rifiata Dimarco a sinistra, tocca a Carlos Augusto. Nel Verona Harroui agisce alle spalle della coppia Tengstedt-Mosquera. L’Inter deve fare la partita, il Verona aspetta ma è pungente in contropiede, infatti al 6’ la prima grande occasione è dei padroni di casa. Tchatchoua va in fuga a destra, poi sterzata e assist al bacio per Tengstedt che spara sulla traversa a Sommer battuto. Brivido. I nerazzurri reagiscono poco dopo quando su una rimessa laterale Correa sfiora il vantaggio, segno di una partita aperta e vibrante in avvio. Durerà poco. I piazzati sono tra le armi nerazzurre e al quindicesimo una spizzata di Acerbi mette paura a Montipò e al Bentegodi, ma la palla sfila a lato con Correa in ritardo. Proprio il difensore, poco dopo, abdica per un infortunio e tocca a De Vrij. Ma la scelta di Inzaghi, cioè Correa, si rivela vincente al 17’. Il neo entrato De Vrij spacca la difesa del Verona, poi Thuram ha l’intuizione giusta dopo il velo del Tucu e lo serve per lo scavetto che vale il vantaggio. La mossa di Inzaghi paga e Correa risponde con un gol importante. Match sbloccato e l’Inter viaggia sul velluto. Il favore viene ricambiato da Correa pochi minuti dopo, con un filtrante che prende in castagna Dawidowicz e Magnani, e lancia Thuram a rete: saltato Montipò e 0-2. L’Hellas esce dal campo e al 25’ la difesa si apre inspiegabilmente, così Bastoni può pescare in verticale ancora Thuram che salta per la seconda volta il portiere e deposita il tris. La contesa, di fatto, si chiude qui. A maggior ragione con il quarto, che arriva a stretto giro di posta con Asllani che assiste De Vrij. Poker servito e Bentegodi ammutolito. L’assolo nel primo tempo non finisce, perché l’Inter fa quello che vuole e l’atteggiamento del Verona è disarmante. Sono tutti liberi, a partire da Mkhitaryan che pesca Bisseck, bravo e fortunato a battere Montipò cadendo. Cinquina che non ha bisogno di spiegazioni.
Ripresa da garbage time
Dopo un primo tempo così, il concetto di risultato ha di fatto cessato di esistere e l’unico scopo è, per i padroni di casa, cercare in qualche modo di salvare la faccia. Dall’altra parte, l’Inter può invece gestire a piacimento i ritmi e le fatiche e Inzaghi ha facoltà di ruotare minutaggi ed evitare di spremere qualcuno più di altri. Insomma, il tecnico sperava che andasse proprio così, ovvero che la partita si incanalasse su un sentiero facile per non avere uno spreco eccessivo di energie. Zanetti deve mandare un segnale e nE cambia quattro con Ghilardi, Lazovic, Sarr e Dani Silva in campo, mentre i nerazzurri si affidano a Zielinski per dare riposo a Barella. Lo spartito non cambia e al secondo minuto l’Inter sfiora il sesto con Bastoni che innesca Zielinski, ma Montipò fa il miracolo che evita il tracollo. Si viaggia al piccolo trotto, gli ospiti fanno possesso ma senza forzare troppo, il Verona è tramortito e non c’è di certo la verve giusta per pressare a tutto campo e cambiare le cose, così Zanetti chiede ai suoi di mantenere le posizioni e stare compatti. Serve far passare la buriana. Ancora cambi, le uniche cose che finiscono sui taccuini nella prima parte di ripresa, con Arnautovic e Frattesi per Thuram e Bastoni, poi per il resto appare tutto un lento e inesorabile, a tratti noioso, garbage time cestistico. Ogni tanto l’Inter produce qualche accelerazione e il Verona continua a mostrare crepe, che probabilmente porteranno la dirigenza a fare determinate valutazioni, e il divario tecnico tra le due formazioni mostra un segno abissale. Rotazione dei titolari, tranne che per Mikhitaryan che rimane in campo sempre e comunque e in qualsiasi situazione. Encomiabile, invece, la curva scaligera che nonostante il passivo canta ancora come niente fosse mostrando ben più attaccamento alla maglia di quanto fatto dai giocatori in campo. Per Zanetti l’ultimo cambio è Suslov per i venti minuti finali, mentre Inzaghi si tiene una sostituzione in caso infortuni o intoppi poi nel finale lancia Buchanan. La partita si dipana con un compassato possesso palla nerazzurro al cospetto di un Verona in disarmo, ma almeno in grado di non far allargare il passivo. Non c’è altro da segnalare su una sfida mai nata e in bilico solo nei primi cinque minuti, quando Tengstedt ha colpito la traversa: poi un monologo. L’Inter manda un segnale al campionato e prende momentaneamente la vetta. In attesa delle altre.
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