Si è spento a 65 anni: nel 1986 vinse la Coppa dei Campioni con la Steaua Bucarest. La leggenda delle dita spezzate e la malattia. Addio a Duckadam, saracinesca anti-regime. L’eroe romeno che parò quattro rigori al Barça

L'articolo racconta la vita del portiere rumeno Helmut Duckadam, celebre per aver parato 4 rigori nella finale di Coppa dei Campioni del 1986. Tra trionfi sportivi e vicende personali, la sua storia si intreccia con la politica e la malattia.

di GIUSEPPE TASSI
3 dicembre 2024
Il portiere romeno fu l’eroe di quella finale a Siviglia: parò 4 rigori e decise la partita

Il portiere romeno fu l’eroe di quella finale a Siviglia: parò 4 rigori e decise la partita

Il Superman rumeno, l’inesorabile “pararigori” della Steaua Bucarest. Ma anche un uomo dalla vita leggendaria, incalzato dalla malattia e dalle faide politiche che hanno scosso il suo Paese fino alla caduta del Muro di Berlino.

Se ne è andato a 65 anni Helmut Duckadam, professione numero uno, passato alla storia del calcio per aver parato ben quattro rigori al Barcellona nella finale di Coppa dei campioni del 1986, dove la Steaua arrivava con le stigmate della predestinata alla sconfitta vontro i giocolieri catalani.

Sul prato del Sanchez Pizjuan di Siviglia, dopo 120 minuti senza gol, il verdetto fu demandato ai calci di rigore.

E’ li che quel gigante dal grandi baffi spioventi e dalla chioma leonina chiuse la porta ai tiri di Alexanko, Pedraza, Pichi Alonso e Marcos, consegnando di fatto alla Steaua Bucarest la coppa con le grandi orecchie: un trionfo da leggenda , un’ emozione irripetibile.

Un metro e 89 di statura, un po’ Polifemo e un po’ Jon Tiriac (il compagno di doppio di Nastase), Duckadam divenne inevitabilmente un eroe nazionale rumeno e fini ‘ perfino nel Guinness dei primati.

Ma il fantastico volo di Helmut, come quello di Icaro, era destinato a spezzarsi troppo presto. Dopo il trionfo di Siviglia dovette misurarsi con i guasti del regime di Ceasescu e le invidie di Nicu, figlio del dittatore rumeno.

Le moto rampanti promesse dal regime di Bucarest ai vincitori della Coppa campioni furono tramutate in rozze automobili Aro 4x4, assemblate con pezzi di vecchi veicoli. E una fantomatica Mercedes, promessa dal Real Madrid a Duckadam come premio per l’umiliazione rifilata ai ‘nemici’ del Barcellona, fomento’ nuove invidie.

Leggenda narra che Nicu avrebbe inviato un gruppo di sicari della Sicurtate rumena per pestare adeguatamente il portierone diventato star internazionale. Ma di fatto dopo quel trionfale 1986 Duckadam sparì dalla scena per colpa di una embolia ascellare.

Raccontò poi Helmut che un grumo di sangue si sarebbe spostato nel braccio destro, facendogli rischiare l’amputazione: un particolare che accende il sospetto sull’abuso di farmaci usati con disinvoltura in quegli anni per consentire ai giocatori un più rapido recupero.

Mai domo, Duckadam riuscì a tornare al calcio vestendo la maglia della squadra del Vagonul Arad, la contea in cui era nato nel 1959. Ma dopo due stagioni, nel 1991, fu costretto al definitivo ritiro dal calcio.

Gli anni che seguono sono un vero e proprio romanzo d’appendice, un fruilleton appassionante. Il Superman rumeno diventa doganiere, poi consigliere del ministero dello Sport. E infine, complice una fortunata lotteria, emigra per qualche anno negli Stati Uniti con la famiglia.

Al ritorno in patria diventa presidente della nuova Steaua Bucarest ma entra in conflitto con le gerarchie militari che avevano creato il club originario.

In mezzo a tante tumultuose vicende ci sono anche nove operazioni al cuore, ricollegabili a quel primo allarme del 1986: un altro primato per l’uomo rei record. L’ultima ‘parata’ contro il male soltanto un paio di anni fa. E poi anche il leggendario re dei rigori si è dovuto arrendere.

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