Il commento. Bravi a raddrizzare la partita. Ma il modulo offensivo non regge
Telefona un amico: "Boato e poi gente contenta all’uscita: la Spal ha vinto?". "No, ha pareggiato, ma 10 contro 11"....
Telefona un amico: "Boato e poi gente contenta all’uscita: la Spal ha vinto?". "No, ha pareggiato, ma 10 contro 11". Ormai è così, bisogna andar paghi di risultati che prima delle partite non sarebbero piaciuti, solo perché almeno si son visti cuore e grinta. I giorni di gloria sono lontani e si continua a dover accettare il minimo. Ma fino a quando? Quanto ancora dovrà durare questo galleggiamento in agonia?
Detto ciò, merito ai giocatori che ieri hanno raddrizzato una partita giocata con l’uomo in meno dal 38’ al 95’ dopo essere passati in svantaggio. Sul gol di Di Maggio a metà ripresa, ricordando la Spal del girone di andata, era legittimo temere la deriva: quanti ne prenderanno adesso? Invece è qui che la squadra è stata bravissima. Non si è arresa, è andata a pareggiare col suo Re Mida - un pallone in area e un gol - e subito dopo è andata anche vicino a ribaltare il risultato. Fosse mai il segnale di una inversione di tendenza dopo Perugia, Campobasso, Terni e Pontedera, ci sarebbe da applaudire. Si attendono conferme in merito.
Mister Dossena ha voluto rispolverare la formula offensiva che poche soddisfazioni regalò a inizio stagione, il 4-3-3 con spruzzi di 4-3-2-1. Lo ha fatto per creare più occasioni da rete alzando il baricentro, e lo ha fatto del tutto in assenza di nuove pedine, sperando che ciò che non aveva funzionato, improvvisamente si mettesse a regalar sogni per miracolo. Invece fino a che si è giocato alla pari la minestra, in assenza di nuovi ingredienti, è stata la solita. La Spal ha concluso una sola volta - e da 20 metri - con Rao, stentando a guadagnare l’area avversaria. In compenso, tra ultima linea e centrocampo si sono riaperti quei 20 metri di spazio, soprattutto centralmente, che ci si stava sforzando di dimenticare. Solo imprecisioni in rifinitura degli avanti del Perugia o affannosi recuperi di Arena e compagni hanno impedito lo svantaggio.
Dossena ama il bel calcio ma si deve rassegnare: qui ci si deve salvare punto su punto e una maggior densità serve eccome. Oggi non ci sono gli uomini né una classifica spensierata per indossare una veste spregiudicata che non si addice al presente organico.
A mercato completato e con meno acqua alla gola ci si potrà ragionare di nuovo. A Lucca intanto mancherà El Kaddouri (nella foto). E’ piaciuto il primo pezzetto del cammino di Haoudi, che però non ha molti minuti nelle gambe. D’altronde, qui giocatori che arrivano allenati e integri non usano più da un pezzo. E i risultati si vedono bene.
Mauro Malaguti
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