L’intervista al difensore: "Quello di Dossena è un calcio stimolante, il mister ci sta dando tanto e vogliamo continuare a seguirlo». Bruscagin: "La svolta? Dopo il match di Terni»
Il difensore Bruscagin racconta il riscatto della Spal con la nuova difesa a tre. Parla dell'importanza del mister Dossena e dell'ambizione del presidente Tacopina.
Nella nuova difesa a tre di mister Dossena, Matteo Bruscagin (nella foto) ha trovato la propria collocazione ideale nel ruolo di centrale di destra. Ma per il numero 3 sono altri i motivi del riscatto spallino: "È stato un inizio complicato, nessuno di noi si aspettava di partire in quel modo – confessa ai microfoni di Tmw Radio –. Abbiamo cercato con lo staff e la società di uscirne prima possibile: nell’ultimo mese e mezzo abbiamo fatto uno step di crescita, inoltre dopo la partita con la Ternana ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che eravamo sulla strada giusta nonostante i risultati. La Torres è una delle squadre più attrezzate del girone e finora lo ha dimostrato. Ha tanti interpreti che possono fare la differenza, quindi vincere con una squadra simile ti dà fiducia e morale.
Ora dobbiamo cavalcare l’onda e continuare a mettere in campo spirito e cattiveria, che dovranno essere la base per le partite che verranno. Mister Dossena? È un allenatore molto esigente, che ha le idee molto chiare a livello tattico e comunicativo. Abbiamo dato anima e corpo per seguirlo e lo stiamo facendo in ogni allenamento. Chiede tanto impegno, attenzione e comunicazione in campo: serve coralità e tutti gli undici devono essere partecipi, anche in fase di non possesso. È un calcio stimolante, che ti permette di leggere le situazioni e trovare la soluzione migliore. Il mister ci sta dando tanto e vogliamo continuare a seguirlo.
Tacopina? Il presidente è molto ambizioso e vuole sempre il massimo. Vuole puntare in alto e non può essere contento dell’inizio di campionato. Ora stiamo provando a raddrizzarci e ci sta facendo sentire la sua vicinanza, anche se per motivi di lavoro non può essere sempre in Italia. Quando è qui però c’è sempre un confronto e si parla di calcio, di cui è un grande appassionato".
s. m.
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