Spal, numeri da incubo. Peggior difesa e 17 sconfitte
Non è accettabile non vincere una gara in casa da quattro mesi. Questa squadra è destinata a tribolare fino alla fine della stagione.

Era francamente troppa la differenza tra Spal e Ternana per sperare di potersela giocare alla pari, ma se si regala il vantaggio all’alba della partita è dura rimediare
Un passo avanti e due indietro. È questo il ruolino di marcia di mister Baldini da quando ha preso il timone della Spal. Il tecnico di Massa ha iniziato il percorso in biancazzurro con tre sconfitte di fila, poi il pareggio di Pescara ha lasciato sperare in un cambio di marcia che invece si è infranto sotto i colpi dell’Arezzo. A Piancastagnaio la squadra ha illuso un’altra volta, strappando l’intera posta attraverso una prestazione convincente sotto molteplici punti di vista. È bastato però alzare l’asticella per capire che la Spal non è guarita, anzi è destinata a tribolare fino alla fine della stagione. A eccezione della gara con la Pianese, la squadra di Baldini è sempre andata sotto nel corso del primo tempo, e a parte il match di Pescara non è mai riuscita a recuperare. Ma c’è di più, perché i biancazzurri hanno la pericolosa abitudine di subire gol a freddo: a Chiavari dopo otto minuti la Virtus Entella conduceva 2-0, il Rimini ha sbloccato il risultato al 22’, il Campobasso addirittura dopo quattro giri di orologio e l’Arezzo aveva già messo in cassaforte la vittoria dopo 27 minuti. Era francamente troppa la differenza tra Spal e Ternana per sperare di potersela giocare alla pari, ma se si regala il vantaggio all’alba della partita perdendo una palla sanguinosa e guardando la palla entrare in rete senza nemmeno tentare la parata le possibilità di strappare un risultato positivo si riducono ai minimi termini.
Non si può negare che i biancazzurri abbiano reagito producendo un buon numero di occasioni, tanto che se il primo tempo fosse terminato in parità non ci sarebbe stato nulla da dire. Ma nel calcio a fare la differenza sono (quasi) sempre i dettagli, e se nel momento di massimo sforzo per acciuffare il pareggio salta banalmente una marcatura sugli sviluppi di un corner che costa l’ennesimo gol in situazioni di quel tipo viene meno ogni giustificazione. La Spal commette sempre gli stessi errori, e a prescindere dalla generosità di un gruppo che ci ha provato a lungo, questo non è ammissibile per una squadra che lotta per non retrocedere. Così come non è accettabile che una squadra come la Spal perda cinque gare casalinghe di fila in serie C, e più in generale non vinca tra le mura amiche per quattro mesi di seguito. Il tris calato dalla Ternana ha eliminato ogni speranza di agganciare il sestultimo posto, ora lontano otto lunghezze. Ma non è tutto, perché la Spal è scivolata in quartultima posizione a -1 da una Lucchese che rappresenta un esempio per tutti. Ed è tornata a essere la difesa più battuta della categoria con 55 reti al passivo come il Legnago Salus. Numeri da incubo, come quello delle 17 sconfitte in 32 giornate di campionato, che alimentano l’angoscia di una tifoseria che a otto gare dalla fine del torneo vede l’inferno dei dilettanti più vicino che mai.
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