Spal, ora il salto di qualità anche da Colucci
Dopo aver limitato i danni di una difesa che all’inizio subiva troppo, il mister deve alzare l’asticella con i rinforzi, per creare di più davanti
La classifica sanguina, l’umore della piazza è sul furioso andante, e il distacco dal sestultimo posto aumenta mentre il numero di partite a disposizione per rimediare cala. Sono gli esiti del ritorno alla sconfitta della povera Spal sul campo del Perugia, dopo che si era accarezzato a lungo un successo che sarebbe stato probabile pietra di svolta della stagione. Dopo un buon primo tempo, all’altezza delle ultime prestazioni ma eclissato dalla ripresa e dal risultato, la Spal la sua sconfitta è andata proprio a cercarsela. Colucci ha commesso un grave errore ritardando l’iinnesto di Zilli, e si deve sperare che d’ora in poi utilizzi meglio gli attesii rinforzi che gli vengono messi a disposizione in condizioni fisiche buone, come era il centravanti venuto dal Cosenza.
Ma come? Si agogna una torre davanti per un intero girone, e quando arriva la si ignora? All’intervallo era 1-0, ma possesso palla e forcing del Perugia stavano già aumentando: almeno lì il 9 serviva subito, soprattutto in funzione di far respirare la Spal e alleggerire una pressione ormai continua visto che lassù non si teneva palla mai ed Edera dopo 45’ validi iniziava a calare. Il resto lo hanno fatto dabbenaggini difensive mica nuove in Del Favero e Bruscagin e l’errorissimo di Antenucci nel primo tempo. A Colucci va riconosciuto di aver restituito la Spal a una condizione atletica decente e di avere un po’ chiuso le maglie davanti a una difesa ora ben soda al centro, ma che sui fianchi non perde occasione per stendere tappeti a ogni avversario. Ora però quella gestione volta a limitare i danni e mai vincente non basta più, e si deve passare alla fase due: d’obbligo un salto di qualità, soprattutto se arriveranno altri rinforzi - con i nomi di Ogunseye e Donnarumma sempre d’attualità.
L’allenatore deve alzare l’asticella, mettendo i suoi in condizione di creare più occasioni per andare in gol. Dei 17 all’attivo, pochissimi, ben 9 sono giunti in conseguenza di piazzati, con Peda capocannoniere a quota 3. E siccome negli altri 8 ci sono di mezzo anche azioni individuali (Rao con la Lucchese e Rabbi a Pineto) e batti e ribatti in mischia (Fiordaliso con l’Ancona), le reti manovrate si contano davvero sulle dita di una mano: di Rosafio con l’Ancona, forse l’ultima, mentre le due di Antenucci risalgono addirittura all’era-Di Carlo. C’è chi invoca un avvicendamento di allenatore non si capisce quanto consigliabile ora, facilmente assai poco ricordando i precedenti recenti. Quella deve essere la mossa della disperazione, perché come sempre verrebbe un tecnico nuovo a ripetere gli stessi esperimenti infruttiferi già tentati dai predecessori, perdendo solo tempo. Colucci ha sbagliato a Perugia, Colucci rimedi con una gestione più lineare e coraggiosa delle scelte, e mostrando che con l’arrivo - ormai indilazionabile - di rinforzi sarà in grado di far lievitare il gioco d’attacco e il numero di palle gol. La società, mentre è annunciato in arrivo Joe Tacopina, deve affondare i suoi colpi subito. Le due prime scelte in porta e in attacco appaiono sensate, ma vanno portate a compimento, o modificate in fretta, entro fine settimana. Se c’è da cacciare qualche soldo in più, questo è il momento. Serve come il pane anche un terzino, almeno a destra dove di tre (Fiordaliso, Bruscagin e Iglio) solo il primo ha dato minimi segnali: discorso non dissimile a sinistra tra Tripaldelli e Celia che ora non c’è più. Senza uscite non sarà semplice, con una rosa sulle trenta unità. Ma bisogna assolutamente intervenire. La Spal in serie D è una bestemmia, il rischio è alto quanto quello dell’anno passato, e tutti ricordano come è finita. Adesso bisogna salvare la Spal. Poi, di tre anni vissuti costantemente in retroguardia si dovrà pur ragionare in profondità.
Mauro Malaguti
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