Spal, vietato illudersi. Un passo avanti enorme, ma quel secondo tempo fa emergere difetti già noti

Dietro c’è affollamento, ma manca un leader. Si spera in Bachini o in un acquisto .

di Redazione Sport
12 gennaio 2025
Dietro c’è affollamento, ma manca un leader. Si spera in Bachini o in un acquisto .

Dietro c’è affollamento, ma manca un leader. Si spera in Bachini o in un acquisto .

Spal e Lucchese son tornate a darsele come ai vecchi tempi, ma per obiettivi molto al ribasso rispetto alle mitiche sfide degli anni Settanta. I rossoneri all’andata vinsero a Ferrara per 3-2 cogliendo un successo che mancava da oltre 80 anni, mentre la Spal col medesimo 3-2 ha interrotto un digiuno che durava da 51, rimettendo anche in pari il computo dei confronti diretti. Dossena torna a casa con i tre punti, ed è ciò che più conta visti i quarti di luna: la vittoria nell’anticipo rivaluta un po’ anche la trafila di pareggi. Se a Porta Elisa la sua Spal si presentava con 3 punti soltanto nelle ultime 5 partite, si deve aggiungere che il bilancio delle ultime 9 è ora di 4 gioie piene, tre ics e due frenate brusche: i 15 punti non sono bottino malvagio per chi lotta per non retrocedere. Della Spal di Porta Elisa sono piaciuti il primo tempo e la reazione rabbiosa, immediata e un filo fortunata alla "puntura" del 2-2, che fa seguito all’orgogliosa rimonta al Perugia in dieci.

Poi, naturalmente, Antenucci doppiettista ora a un solo gol dalla doppia cifra a 40 anni suonati. Mirco appare di gran lunga più in forma dello scorso anno, a sancire l’eterna giovinezza di un calciatore ormai nella storia della Spal. Riconosciuti i meriti di serata, bisogna però aggiungere che la squadra riesce ancora a rendere indigeste persino le vittorie. Sul 2-0 e dopo una prima frazione così, ci si attendeva una Spal in controllo pronta a ripartire per chiudere del tutto la partita. Invece la ripresa è stata di crepacuore per una città intera. Film già visti. La Spal cova troppa paura di perdere, non c’è altra spiegazione. Coraggiosa nel comandare la partita nel primo tempo, si è consegnata all’avversario in una ripresa ad arretrandum, che ha sancito in modo preoccupante che ancora la bufera ha da passà. Sembrava che in campo fossero rientrati undici giocatori diversi, e dentro l’area amnesie e distrazioni rimangono all’ordine del giorno.

Con due diversi moduli la Spal ha concesso alla Lucchese sette grandi occasioni in 45’: oltre ai due gol, le due importanti parate di Galeotti, l’esterno della rete di Magnaghi da sotto, e poi, con la difesa a cinque per l’ingresso di Bassoli il palo di Catanese e il colpo di testa finale di Fedato che ha fatto tremare di paura anche il… grattacielo. Un’esagerazione, se si pensa alla qualità dell’avversario e alla sua produzione offensiva abituale, di molto inferiore. Dossena ha scelto la strada del coraggio, venendo ripagato dal risultato. Forse conoscendo questi limiti dei suoi, a 4-3-3 li ha spinti a fare la partita tenendo palla. Nel primo tempo la Spal lo ha fatto bene, spesso a due o tre tocchi veloci, eludendo la mite prima pressione dei toscani e togliendo loro il pallino del gioco. Bravo è stato Awua: non è un regista, ma una partita così disputata dai suoi quattro predecessori nel ruolo non si ricorda. Intorno a lui ha girato una buona Spal che ha ritrovato piccoli ma significativi squilli da Bidauoi e Rao, brillantissimi negli assist per i due gol di Antenucci. Nella ripresa però si è visto il contrario di tutto ciò, almeno fino al gol di D’Orazio. Un po’ migliore il finale, perché la Spal invece di ripiegare è risalita a difendere più in alto. Il passo in avanti in classifica è enorme, ma la Spal non dà ancora garanzie. Sarà bene non illudersi che a correggerla basti poco mercato. Dietro c’è affollamento ma manca un leader che tolga le paure. Si spera in Bachini, fermo però da sei mesi, o in un’uscita che consenta un acquisto anche dietro.

Mauro Malaguti

Continua a leggere tutte le notizie di sport su