Spalletti e la Nazionale, l’ago della bilancia è De Laurentiis. Come funziona la “clausola di non concorrenza”

Tra l’ex tecnico del Napoli e l’Azzurro c’è un cavillo contrattuale su cui gli esperti si dividono. La Figc: “Proseguono i contatti con Spalletti”

14 agosto 2023
Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis

Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis

Roma, 14 agosto 2023 – Tutte le strade portano a De Laurentiis. Che da esperto di cinepanettoni ha compreso benissimo l'importanza di creare un filone e gestirlo poi sapientemente nel tempo. E il filone del presidente del Napoli oggi è quello di ago della bilancia degli equilibri. Lo è sul campo, col suo Napoli che ha vinto uno scudetto magistrale. Lo è nei palazzi, come elemento centrale delle alleanze in Lega calcio e nella politica federale. E lo diventa ora anche per la Nazionale, con la Figc che nel pomeriggio fa sapere tramite non meglio precisate fonti che i contatti con Luciano Spalletti “proseguono”. 

Ma cosa centra il re della celluloide con il povero club azzurro abbandonato perfino dal suo ricco e controverso Commissario tecnico?

C'entra perché al momento di congedare Luciano Spalletti dopo lo scudetto degli azzurri il numero uno del club campione d'Italia ha messo nero su bianco una clausola che blocca il tecnico ed evita soprattutto di trovarselo di fronte. Si chiama tecnicamente ‘Clausola anti concorrenza’ ed è una bella assicurazione per evitare di trovarsi Spalletti a gennaio come avversario magari sulla panchina della Juventus. Visto che oltretutto a Torino è arrivato Cristiano Giuntoli. Lucianone non si preoccupa, asseconda i desideri del presidente pur di passare un anno tranquillo nelle sue campagne attorno a Empoli, tra premi ritirati e telefonate nostalgiche di chi lo rimpiange già.

Ma la clausola anti concorrenza vale anche per la Nazionale, ora che Gravina & C si sono convinti che Spalletti sia il candidato ideale a rilevare Mancini, forse anche meglio di un Conte visto solo qualche anno fa a Coverciano e quindi meno d'appeal rispetto al tecnico campione d'Italia. "Una clausola che preveda un patto di non concorrenza può essere prevista in un contratto di lavoro, anzi in certi ambienti sportivi è piuttosto comune ma, pur non conoscendo il testo del contratto, sembra difficile, che un eventuale veto possa riguardare anche un incarico che riguardi la nazionale”.

È il parere dell'avvocato Alberto Fantini, esperto di diritto sportivo, contattato dall'Ansa in merito alla situazione di Luciano Spalletti. L'ostacolo della clausola nell'accordo di rescissione con la società di De Laurentiis sarebbe insomma superabile.

"C'è da dire poi che nel mondo dello sport, e anche nel calcio, sono numerosi i casi di allenatori che lavorano contemporaneamente per una squadra di club e per la nazionale, anche di un altro Paese - sottolinea il legale -. Mancano infatti i presupposti di concorrenza, che invece contano molto se il nuovo incarico riguardasse un club della stessa categoria o anche di altri campionati esteri, In quel caso la clausola avrebbe il suo peso e sarebbe difficile da contestare, mentre potrebbe essere contestata, e con successo, in caso di impegno con una nazionale”, conclude Fantini Ma non sono tutti d'accordo e così il filone De Laurentiis prende corpo.

“La clausola impegna il Napoli e Spalletti, nessun altro. Poi non è vietato che un club o una federazione, interessati a ingaggiare l'allenatore, possano surrogarsi al tecnico, versando l'importo”. Così l'avvocato ed esperto di diritto sportivo, Mattia Grassani, commenta all'Ansa, i contorni della clausola di non concorrenza tra Spalletti e De Laurentiis.

“Spalletti è padrone del suo destino - aggiunge - Se si colloca in un club piuttosto che in una federazione, quella somma è dovuta. Oppure resta fermo”. Secondo Grassani, "la clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli qualora Spalletti non avesse mantenuto la promessa di fermarsi per un anno, nella prospettiva che ci fosse una società concorrente. Nessuno - conclude - pensava a una federazione. E la Figc mai ha pagato un club per un allenatore. Questo è lo scoglio politico da superare”.

Uscire da questo impasse non sarà facile. De Laurentiis difficilmente rinuncerà ad una somma importante per amor di patria e Gravina difficilmente potrà accettare di pagare un club per avere un allenatore. E così ancora una volta stravince De Laurentiis. Intanto la partita con Macedonia del Nord e Ucraina è alle porte. E la Macedonia del Nord soprattutto è meglio non prenderla sottogamba...

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