Aquilani si spertica in complimenti: "Spezia costruito per puntare alla Serie A». Nerazzurri pericolosi in trasferta. Saranno seguiti solo da 89 tifosi
I supporters della curva hanno disertato. L’allenatore dovrà fare a meno dell’attaccante Arena che si è infortunato alla caviglia. .
"La squadra dello Spezia è stata costruita per puntare alla Serie A. È composta da giocatori forti ed è guidata da un allenatore forte. Ma noi siamo motivati per fare una grande partita".
Il tecnico del Pisa Alberto Aquilani, consapevole della forza delle Aquile, ha spronato i suoi uomini a dare il massimo nel derby: "Dovremo dare più del 99 per cento delle nostre possibilità per ottenere un risultato positivo". Oltre agli infortunati di lungo corso Gliozzi, Tramonti e D’Alessandro, l’allenatore dei nerazzurri toscani dovrà fare a meno dell’attaccante Arena, infortunatosi gravemente alla caviglia. Ad essi occorre aggiungere lo squalificato Barbieri. L’ex mister della Primavera della Fiorentina potrebbe variare l’assetto tattico, visto le non esaltanti recenti performance della sua squadra, passando dal sistema di gioco 4-2-3-1 al 4-3-1-2.
L’undici iniziale vedrà Nicolas in porta, a guidare un poker difensivo composto dall’ex aquilotto Calabresi terzino destro, Leverbe e Canestrelli centrali e Beruatto a sinistra. In cabina di regia vi sarà Veloso, affiancato dalle mezzali Marin e Valoti, quest’ultimo in ballottaggio con Barberis. In attacco Aquilani punterà sul trequartista Vignato e sulla temibile coppia di centravanti di peso Torregrossa-Moreo. Il Pisa ha otto punti in classifica frutto di due vittorie, entrambe ottenute lontano dall’Arena Garibaldi, due pareggi e tre sconfitte. Sei i gol realizzati, sette quelli incassati.
Al seguito dei nerazzurri pochi sostenitori toscani, appena 89 i biglietti venduti nel settore ospiti, anche in conseguenza dell’obbligo della fidelity card che ha indotto la maggioranza dei tifosi di curva a disertare la trasferta. Un derby in tono minore, che dal Tirreno si è spostato sull’Adriatico... Nulla a che vedere con l’atmosfera che si sarebbe respirata al ‘Picco’.
Fabio Bernardini
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