Gli strascichi dell’espulsione durante il match al ’Manuzzi’ di Cesena. Ekdal, mano (troppo) pesante: ora sono guai
La squalifica dell’esperto centrocampista svedese crea non pochi problemi a tutto l’assetto tattico.
La squalifica di Ekdal mette in luce due aspetti, uno tecnico e uno di politica calcistica. Tecnicamente, privarsi dell’esperto centrocampista svedese per tre giornate in un momento molto delicato della stagione, mette a nudo ancora una volta le deficienze strutturali di una rosa male assortita. Anche mantenendo il modulo delle ultime partite, dietro a Bandinelli e Salvatore Esposito centrocampisti centrali di fatto non c’è nessuno: Cassata è l’unico cambio potenziale in questi due ruoli così delicati, a meno di fare esperimenti che però avrebbero il difetto di scoprire altre zone del campo. Il problema era stato già evidenziato in tempi non sospetti, era solo questione di tempo, avrebbe potuto manifestarsi con qualche infortunio e non è detto che ciò accada da qui alla fine del girone di andata in altri ruoli. Non va però trascurato l’aspetto "politico-regolamentare": dare tre giornate per una reazione risibile è una punizione spropositata, l’arbitro e i suoi collaboratori sono stati ingannati dalla ’scena’ di Calabresi. Sfiorato a malapena, il difensore del Pisa si contorce come trafitto da frecce e ottiene il suo scopo.
La ’prova tv’ dovrebbe trovare campo e infliggere una sanzione quanto meno pari a quella del (presunto) autore della reazione. Vista la deriva del nostro calcio, si abbia il coraggio di imitare gli inglesi, con i loro stadi sempre pieni. Implacabili nei confronti dei simulatori così come dei ’piangina’, si veda l’ammonizione automatica nei confronti di chi chiede il cartellino contro un avversario.
Mirco Giorgi
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