I motivi. Segnali di ripresa che fanno sperare in una pronta risalita
Segnali di ripresa che fanno ben sperare quelli che arrivano dall’ultima pseudocasalinga dello Spezia. Addio caro ‘Manuzzi’, gli aquilotti lasciano lo stadio che, sia nell’esilio forzato della Serie A (nella prima stagione), che in quello attuale della B, non ha portato poi tanta fortuna. Due inizi di stagione difficili, per tanti motivi. In questo caso non c’è Italiano e non si sta giocando nella massima serie, ci si accontenta dei cadetti, mentre Alvini vuole dimostrare a tutti che non è ancora pronto per abbandonare la nave. Al di là della fiducia della società, che magari con un risultato negativo (magari molto negativo) avrebbe chissà pure potuto prendere una decisione drastica, la risposta arriva soprattutto dal campo. E sul terreno di gioco romagnolo, i ragazzi che l’allenatore ha schierato, hanno palesato finalmente un interesse e una passione, che si erano un po’ persi per strada. Troppo roboante il precampionato? Forse. Magari aveva illuso, a prescindere dai tifosi, proprio i protagonisti della rosa. Tutt’altro che facile la serie cadetta, tutt’altro che semplice affrontare le squadre affamate, con un gruppo di calciatori meno altisonante, ma con grinta da vendere. Adesso, dopo il viaggio in casa della Feralpisalò, prima la partita casalinga col Pisa, poi tutte le altre, sempre da giocare al Picco. E quello, sicuramente, in questo caso potrebbe davvero fare la differenza. La promozione di Italiano in A, con lo stadio sempre vuoto? Questo di Alvini è un altro gruppo. Marco Magi
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