Il cambio di modulo non paga. Spezia costretto alla resa dal Como Incapace di reagire allo svantaggio non tira neppure una volta in porta
I fedelissimi tifosi presenti a Cesena hanno incitato durante tutta la partita, alla fine però hanno contestato
Inizia malissimo l’esilio cesenate dello Spezia, superato ancor più nettamente di quanto dica il risultato da un normalissimo Como, che era stato preso a pallonate dal Venezia e aveva scialacquato un 2-0 con la Reggiana. Obbligato dallo smantellamento degli ultimi giorni di mercato, con Verde sempre più separato in casa che resta in panchina, Alvini cambia modulo e mette un 3-5-2 che si caratterizza per la lentezza dei suoi interpreti, in particolare del trio difensivo, che va in sofferenza sin dall’inizio e proprio non riesce a contenere le folate in contropiede dei lariani, col centravanti Gabrielloni che tiene su la squadra meglio di Nzola, Kone letteralmente incontenibile, Cutrone che a sprazzi ricorda di essere stato una grande promessa. Il triste è la modestia tecnica e caratteriale dello Spezia, con Ekdal, schierato al posto di Salvatore Esposito, che fa capire perché in estate non l’ha cercato nessuno, ma anche quelli che dovrebbero dare qualcosa in più come Bandinelli e Antonucci irretiti nella mediocrità generale, per non parlare di Zurkowski, la triste controfigura di quello un tempo ammirato nell’Empoli.
Novanta minuti di grigiore generale, nessun cambio di passo, un secondo tempo di una pochezza allucinante, una squadra che pare essersi adeguata all’andazzo societario. La storia della B è piena di squadre rapidamente collassate dalla A alla C in due campionati o poco più: Benevento, Spal, Crotone, solo per rimanere alle ultime. Il problema è che se lo Spezia sprofondasse, nessuno ne raccoglierebbe le spoglie. Non passa neanche un minuto e Cutrone smarca Da Cunha, sul quale è bravissimo Dragowski in uscita. Col passare del tempo il Como, pur nei suoi limiti evidenti, prende il comando delle operazioni e punzecchia qua e là: al 15’ Gabrielloni lancia Cutrone, facile per Dragowski, al 18’ Cutrone colpisce malissimo una buona possibilità, al 23’ Nikolaou perde una palla sulla trequarti offensiva e dopo un rapido contropiede Gabrielloni è contrato in corner da Gelashvili. Sugli sviluppi, la bomba di Cutrone dal limite viene respinta dal portiere spezzino, ma sul tap-in Barba non ha difficoltà a insaccare, con Muhl fuori posizione, immobile come una statua di sale. Lo Spezia subisce il colpo e per lungo tempo esce dalla partita, il Como non è forte da approfittarne, arriva al tiro ancora con Kone e Cutrone, conclusioni ribattute. Verso la fine del tempo qualche timido segnale, ma l’esterno di Nikolaou non impaurirebbe un bambino (35’). Molto meglio la giocata di Pio Esposito al 40’, palla fuori.
Alvini nell’intervallo giubila il lentissimo Gelashvili e mette Elia, arretrando Amian sulla linea dei tre. Lo Spezia prova a metterla un minimo sulla bagarre, ma è un fuoco di paglia, con Antonucci al 48’ deviato in corner. Kouda prova a dare vivacità, ma anche lui si spegne presto trascinato nel baratro dall’inconsistenza dei suoi compagni. Muhl esce per un guaio inguinale che testimonia le condizioni in cui si è presentato uno svincolato 26enne, più lento di certi liberi degli anni ‘70. Il resto è il nulla. E alla fine i tifosi, dopo l’incitamento costante durante la partita, hanno contestato.
Mirco Giorgi
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