La proposta. I tifosi invocano il vecchio inno “Si può fare“ all’inizio del match
Musica e parole che ricordano gli anni delle vittorie in C. La richiesta di alternarlo. all’attuale “Non siete soli“.
Ci sono versi che toccano le corde del cuore, musica e parole che risvegliano sentimenti forti, ricordi indelebili, emozioni uniche. L’inno dello Spezia ‘Si può fare’, coniato dal cantautore spezzino Riccardo Borghetti nel lontano 1985, a distanza di 40 anni risveglia ancora sensazioni forti nei tanti tifosi dello Spezia di mezza età, la cosiddetta ‘vecchia guardia’, che sullo sfondo di quelle note hanno vissuto momenti indimenticabili di storia aquilotta. "La nostra città di gabbiani e di pesci di mare, se canti più forte vedrai gli Aquilotti volare, le nostre bandiere un po’ bianche, un po’ nere ed il cuore, i gridi di tante persone vedrai si può fare, eh eh eh eh Spezia, olè!". Un inno che ha accompagnato intere generazioni, in momenti non facili, quando lo Spezia militava in C fra mille difficoltà. È l’inno che nel 1986 accompagnò le Aquile nella splendida cavalcata in C1, senza una società alle spalle, con un popolo intero che scese in campo per salvare la squadra del cuore, quello al quale si aggrapparono supporter di tutte le età quando lo Spezia sfiorò la Serie B nel 1989, fallì nel 1994 e si rialzò battendo tutti i record nel 2000. "Per quelli che ci hanno visto cadere, alzarci e volare, per chi non conosce i colori e vuole imparare, per quelli di curva che danno la voce ed il cuore, per questi ragazzi che sanno volare, soffrire". Da troppo tempo il vecchio inno è finito nel dimenticatoio, in occasione delle gare casalinghe delle Aquile, quasi che ‘Non siete soli’, coniato nel 2006, fosse sufficiente a racchiudere spezzinità e senso di appartenenza. La richiesta di molti tifosi aquilotti, anche per mezzo de La Nazione, è che già dalla gara casalinga di domenica si possa risentire all’inizio delle partita l’inno che ha fatto la storia dello Spezia, non solo quindi ‘Non siete soli’. E a dirla tutta, non sarebbe male sentire anche la canzone della spezzinità ‘O bella Spezia’, del maestro Eugenio Giovando e perché no, anche il primissimo inno degli anni ‘70, ‘Alè alè aquilotti’.
Fabio Bernardini
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