Spezia, la strada per la salvezza si fa in salita

Il pareggio al ’San Nicola’ porta a 6 i punti di distanza dalla ’zona sicura’, tre quelli dai playout. Un errore rinunciare alla verve di Verde

5 marzo 2024
Spezia, la strada per la salvezza si fa in salita

Spezia, la strada per la salvezza si fa in salita

L’orlo del baratro si avvicina, con la salvezza diretta a sei punti e l’obiettivo massimo che sembra essere la roulette russa dei playout. La vittoria non è arrivata nemmeno contro un Bari modesto, al termine di una prestazione neanche malvagia, certamente sfortunata, ma terribilmente inconcludente sotto porta. Questa domenica barese ha portato preoccupazioni e perplessità. L’infortunio patito da Di Serio rischia di essere decisivo, pensando a chi mai d’ora in poi farà i gol che l’ultimo arrivato avrebbe potuto garantire, a patto che gli fosse arrivato qualche pallone. Tocca a D’Angelo trovare soluzioni, ammesso che ce ne siano. Se poi si pensa davvero di fare a meno del poco talento che c’è, sarà molto dura evitare la retrocessione, prima ancora che aggrapparsi ai playout. Pensando a Modena, la Cremonese ha vinto in 10, alzando l’intensità nel finale; pensando alla Feralpi, la Sampdoria ha vinto, non a caso, dopo il ripescaggio provvidenziale di Verre. D’Angelo a Modena è partito rinunciando a Jagiello e Verde, poi non li ha potuti più inserire per l’espulsione di Gelashvili al 35’, ma anche in undici lo Spezia ha sofferto, con l’unico lampo delle due traverse; schierati dall’inizio contro la Feralpi, entrambi hanno deluso, non solo per loro demeriti; domenica a Bari, con Falcinelli e Verde non titolari, Jagiello si è inventato un cambio di campo stellare che ha messo in porta Mateju, ma quando c’è stato da ridisegnare la squadra per andare a vincere nel finale, D’Angelo lo ha tolto. Verde invece non è mai entrato ed è francamente inaccettabile, trattandosi del più tecnico per distacco, l’unico che risolve le partite, come dimostrano le vittorie di Pisa, con il Cittadella, ma prima ancora con il Bari e ad Ascoli, o il pari in casa con la Ternana, segnato da Moro con il suo contributo determinante. Verde soffre del morbo italiano che ha colpito prima di lui persino monumenti come Rivera e Baggio, sempre osteggiati in nazionale per la loro atipicità. Non garantirà gli equilibri, rientrerà poco, ma è l’unico che può sempre inventare in una squadra che ieri (a parte il gol) non è mai riuscita a mettere in area un uomo davanti alla porta. Togliendo Jagiello e non inserendo Verde il messaggio non è stato certo quello di chi vuol vincere a tutti i costi. Con l’acqua alla gola, un atteggiamento del genere non è concepibile. Ci vogliono vittorie, a partire da sabato con il Sudtirol, ma una squadra che ne ha vinte solo cinque su ventotto, può vincerne almeno altrettante nelle rimanenti dieci? Mirco Giorgi

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