San Siro, un salto indietro al 2019: per Inter e Milan torna l’opzione del secondo stadio vicino al Meazza

Nell’incontro con Sala i due club respingono il progetto del restyling del Meazza: troppo costoso. E rilanciano: acquistare area e struttura (da riqualificare) per costruire un nuovo campo. Barbara Berlusconi: questa vicenda è una commedia che umilia Milano

di Redazione Sport
13 settembre 2024

Milano – Un salto di cinque anni indietro: si riparte quasi dal via, alla casella del doppio stadio sull’area di San Siro. Si può riassumere così il contenuto dell’incontro durato circa due ore, a Palazzo Marino, tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e i rappresentanti di Milan e Inter per discutere del futuro dello stadio Meazza.

Il sindaco Giuseppe Sala spiega ai cronisti quanto emerso dall'incontro con Milan e Inter
Il sindaco Giuseppe Sala spiega ai cronisti quanto emerso dall'incontro con Milan e Inter

"Dopo lunghe analisi" Inter e Milan "sono arrivate alla conclusione che San Siro non è ristrutturabile, o perlomeno non lo è a costi accessibili, e quindi non considerano questa ipotesi, come si era pensato negli ultimi mesi, fattibile". A dirlo è il primo cittadino Beppe Sala, che poi ha proseguito spiegando quale potrebbe essere la prospettiva: “La loro proposta è di tornare sull'idea di un nuovo stadio sempre nell'area di San Siro", un progetto di cui si era già parlato nel 2019, appunto.

"C'è dietro tanto lavoro – ancora Sala –, vedendola in positivo significa che non si riparte da zero ma da una serie di atti già fatti e da un'espressione molto precisa del volere del Consiglio comunale". Le squadre, dunque, rinunciano alla ristrutturazione proposta da Webuild e ora lavoreranno per presentare un progetto per un nuovo stadio nella zona San Siro e per la rifunzionalizzazione del Meazza. Aree e San siro che sarebbero quindi vendute ai due club. 

"Per poter dire con certezza che si procederà in questa direzione ci sono tre cose che chiedono le squadre e una che chiedo io. Le squadre chiedono quale sia il valore di San Siro e delle aree. Noi ci aspettiamo in questi giorni una prima valutazione dell’Agenzia delle Entrate partendo dal presupposto che non abbiamo nessuna intenzione di speculare su quel valore. Poi serve capire in dettaglio quanto e come incide il vincolo della Sovrintendenza in ottica di cambio della proprietà: la prossima settimana ci sarà un incontro con la Sovrintendenza. Terzo, i tempi per l’operazione: partendo da oggi i tempi da qua al momento in cui loro possono diventare proprietari di stadio e di area”.

Da parte delle squadre c'è l'impegno a presentare un nuovo progetto, ha aggiunto il sindaco: "Per fare tutto ciò ci devono presentare un progetto abbastanza a breve termine che contiene il nuovo stadio e una rifunzionalizzazione di San Siro, di cui non posso anticipare nulla perché ci stanno lavorando. Ma su questo i club hanno mostrato grande disponibilità. L’accordo e l’unità di intenti delle due squadre sono molto forti ed è una cosa positiva”.

Per quanto riguarda il destino dei due progetti dei mesi scorsi, Rozzano per l’Inter e San Donato per il Milan, “io ho chiesto una sola cosa: per avviare operativamente le procedure, spero in termini definitivi, ho bisogno della conferma che quella (del secondo stadio a San Siro, ndr) sarà l'unica ipotesi per loro che rimarrà in campo. Mi pare una richiesta totalmente ovvia", ha aggiunto. "Io ci metto la faccia nel momento in cui sono sicuro che non si cambia un'altra volta".

Su quanto accaduto è intervenuta anche Barbara Berlusconi: “La vicenda dello stadio – ha detto – è umiliante per una città come Milano simbolo di modernità, innovazione e che ha sempre precorso i tempi. Una commedia all'italiana vera e propria fatta appositamente per non decidere nulla”. “Sono stati persi mesi per constatare l'ovvio: cioè il fatto che San Siro non è di fatto ristrutturabile, perché gli eventuali costi sono insostenibili e molto lontani dalla cifra che era stata presentata - aggiunge l'ex ad del Milan -. Siamo tornati alla proposta del 2019. È sconfortante rilevare che, come nel gioco dell'oca, si torna sempre al punto di partenza”