Statuto Figc, passa la linea Gravina. La Lega Serie A pronta al ricorso

Approvato il documento federale con l’83% dei voti, resta la scontro: "Un consigliere in più non basta"

di Redazione Sport
5 novembre 2024
Gabriele Gravina, 71 anni, alla guida della Federcalcio dall’ottobre 2018

Gabriele Gravina, 71 anni, alla guida della Federcalcio dall’ottobre 2018

Canta vittoria il presidente federale Gabriele Gravina, ma la Lega Serie A, alla fine, qualche concessione l’ha avuta e non si può parlare in nessun modo di un voto che abbia sancito un immobilismo per il nostro calcio, anche se tutti gli emendamenti proposti dai club sono stati bocciati.

Sono passate ieri con l’83% dei voti favorevoli, all’assemblea straordinaria della Figc a Fiumicino, le modifiche allo statuto federale proposte proprio dal numero uno di via Allegri. Dodici club del massimo campionato si sono astenuti, otto hanno invece dato voto contrario. Un’opposizione solo relativamente compatta, quindi.

La Serie A aumenta la propria rappresentanza dal 12 al 18%, con quattro consiglieri federali rispetto ai tre precedenti. Anche la Serie B vede salire il proprio peso dal 5% a 6%, con un consigliere in più. Scende invece la Lega Pro, dal 17% al 12%, avendo ora un solo consigliere. Gli arbitri, che avevano il 2%, escono dal consiglio, ne mantengono sei i Dilettanti (34%), e restano due quelli di Assoallenatori (10%) e quattro quelli di Assocalciatori (20%). Le leghe professioniste salgono così al 36% di rappresentanza e i dilettanti, col 34%, vengono superati. Siamo però ben lontani dal 51% di peso che veniva proposto con gli emendamenti dalla Lega.

Il gelo rimane, quindi, tra la Federazione e la Serie A: quest’ultima ha già presentato ricorso sulla legittimità regolamentare dell’assemblea di ieri. Gravina – che a giorni farà sapere sulla propria eventuale ricandidatura per la guida della Figc, e che si è definito "bersaglio di infamie e dossieraggi" – parla invece del 4 novembre come di “un giorno da ricordare anche per il calcio italiano”. Per il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, si è trattato invece di “un’occasione mancata” per “raggiungere un maggior equilibrio”.

Il peso della Lega A, secondo il presidente federale, va ora "ben oltre quella della Premier League presa a modello".

"Approviamo con favore l’arrivo del secondo consigliere di B, in questi anni ci siamo concentrati molto sulla valorizzazione dei giovani e sono cresciuti i nostri introiti anche verso l’erario", dice Mauro Balata, presidente della Lega Serie B.

"Troppi personalismi, individualismi, troppe crociate hanno portato a sprofondare il calcio in un punto penoso. Noi siamo la componente che ha deciso e accettato di dare il contributo maggiore per rivedere l’assetto Federale. È stata una decisione sofferta, maturata negli ultimi mesi per aiutare tutti a uscire da una logica sbagliata, che è quella di guardare solo il proprio orticello", il commento del voto di ieri da parte di Matteo Marani, presidente della Lega Pro.

"Non siamo disponibili a cedere nemmeno lo 0,1% del nostro 34%, che è già la quota più bassa in tutta Europa", aveva detto Giancarlo Abete, numero 1 della Lega Dilettanti che ha appoggiato il documento federale.

La governance del calcio un po’ cambierà, certo, ma lo scontro sembra bel lontano dal risolversi.

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