Tanti divieti in Germania: proibiti anche gli striscioni con messaggi politici. Mele, banane e bottigliette vietate allo stadio. Birra solo nei bar, la dura vita del tifoso

Regole ferree sugli oggetti consentiti in tribuna. Ma per ristorarsi allo stadio. servono almeno 10 euro.

di LORENZO LONGHI -
17 giugno 2024
Mele, banane e bottigliette vietate allo stadio. Birra solo nei bar, la dura vita del tifoso

Mele, banane e bottigliette vietate allo stadio. Birra solo nei bar, la dura vita del tifoso

Se vi trovate agli Europei e vi apprestate a seguire dagli spalti una qualunque delle partite del torneo, scordatevi uno spuntino salutare. Volete mangiarvi una mela tra primo e secondo tempo? Non sia mai, è un frutto proibito, come nella Bibbia: a vietarlo è la Uefa che, nel documento sulle regole di accesso e comportamento negli stadi che i tifosi accettano con l’acquisto dei biglietti, ha inserito una serie di divieti che neanche in un volo aereo. La lista di proscrizione riguarda mele, banane e arance, esplicitamente citate, ma in generale si vieta di portare con sé "cibo di ogni tipo, frutta inclusa". Ciò significa che gli affamati possono mangiare solamente nei punti ristoro interni e, siccome sono vietati anche i liquidi (categoria nella quale rientrano tanto le bottigliette d’acqua quanto i caricatori delle sigarette elettroniche, bandite a loro volta), il tifoso vinto dall’arsura e dalla fame solo in un caso se la cava con meno di dieci euro: 9.50 mezzo litro d’acqua e un brezel.

La birra, a differenza di quanto accadeva durante il Mondiale in Qatar, allo stadio viene regolarmente venduta, ma è la si può consumare solo nelle aree dei bar. Chi prova a portarla al seggiolino viene bloccato dagli stewart. L’ovvio divieto di portare all’interno degli impianti armi e corpi contundenti (tra gli oggetti segnalati a titolo di esempio compaiono i tirapugni) fa il paio con il bando a maschere e indumenti che travisino l’identità della persona; vietati anche i fuochi pirotecnici, fumogeni compresi, e i droni, oltre ai puntatori laser e alle vuvuzelas, perché il ronzio di Sudafrica 2010, evidentemente, è un pessimo ricordo. Si invita anche a non portare dentro gli stadi scale e sgabelli, e qui oggettivamente saremmo anche oltre il ridicolo, se non fosse che in Italia, qualche anno fa, un giorno a San Siro entrò pure un motorino, e allora è meglio essere pedanti.

Piuttosto, chi ricorda le proteste sulle limitazioni alla libera espressione nel Mondiale del Qatar farebbe bene ad aggiornarsi con questo Europeo, perché se da un lato, giustamente, sono banditi indumenti e striscioni con "simboli discriminatori, razzisti, xenofobi, nazionalsocialisti e che glorificano la violenza", dall’altro si vieta di "esprimere, mostrare o diffondere contenuti offensivi, discriminatori, razzisti, xenofobi, sessisti, religiosi, messaggi politici o altri messaggi illegali/proibiti". Perché quel "messaggi politici"? Perché con due guerre che coinvolgono tre federazioni iscritte all’Uefa, l’intento è evitare ogni imbarazzo.

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