Torino scatenato, 47 anni di attesa. In vetta c’è sempre ricambio. Capolista, un titolo che non dura

Anche Juventus e Udinese sono state in testa da sole nelle prime cinque giornate: Vanoli e Motta gli unici imbattuti con l’Empoli. Dal Chievo al Sassuolo, l’illusione finisce quando si svegliano le big.

di LORENZO LONGHI
24 settembre 2024
In vetta c’è sempre ricambio. Capolista, un titolo che non dura

Qui sopra Roberto De Zerbi, in alto da sinistra Duvan Zapata e Paolino Pulici

Vedere il Torino solitario in testa alla classifica di Serie A, 47 anni dopo l’ultima volta, fa specie, ma è senz’altro qualcosa di suggestivo: non accadeva dal 1977, e sostenere che era un altro mondo, e pure un altro calcio, è una considerazione reale, ma che scivola nella retorica. Un po’ perché ai tempi c’erano Roberto Mozzini, Eraldo Pecci, Claudio Sala, Ciccio Graziani e Paolino Pulici (con Gigi Radice in panchina), un po’ perché la classifica dopo cinque giornate è il regno dell’effimero.

Eppure, in questo campionato, la graduatoria ha già prodotto ben tre diverse capoliste in solitaria: la Juventus dopo la seconda giornata (6 punti), l’Udinese alla quarta (10), il Torino oggi (11), dopo che al terzo turno in vetta (7 punti) c’era un quartetto formato dalle tre squadre di cui sopra e dall’Inter campione uscente. Un turnover piuttosto interessante e non scontato, considerando che la scorsa annata, dopo cinque giornate, la squadra di Inzaghi era già in fuga, con un percorso netto di sole vittorie. Questa volta no, e allora ecco la fuitina della Juventus dopo i successi con Como e Verona, subito rientrata con i tre 0-0 di fila con Roma, Empoli e Napoli; l’epifania dell’Udinese di Runjaic, capolista del tutto imprevista alla quarta, poi sorpassata da un Torino altrettanto imprevedibile lassù, ma i granata sono fra le sole tre squadre ancora imbattute, assieme a quella di Thiago Motta e all’Empoli, e non è solo buona sorte.

Non sfugge a nessuno, tuttavia, che sarà solo una questione di tempo: rientrerà nei ranghi, il Torino, e qualche altra capolista – il Napoli ha la vetta nel mirino – ne prenderà il posto, solitaria o meno, mano a mano che i valori si assesteranno. Ma il fascino del transitorio rimane, per i granata che guardano tutti dall’alto, così come al suo primo anno di A accadde pure al Chievo: annata 2001-02, alla decima giornata i veneti erano primi da soli con 23 punti, 2 in più rispetto all’Inter, e quella fu anche la stagione nella quale il Verona di Malesani, dopo un’andata da zona Uefa, finì malamente in B a fine torneo. Nel novembre 2020 in testa da solo alla A si piazzò, per qualche giorno, il Sassuolo di De Zerbi, e del resto la scorsa stagione al terzo posto, con 11 punti, c’era il Lecce di D’Aversa, in alto come l’Empoli di oggi (stesso allenatore), poi risucchiato dalle sabbie mobili della bassa classifica.

Però, finché ha potuto, ha sognato, e sognare non costa nulla, se ci si sveglia in tempo.

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