Tra Figc e Mancini non finisce più. Ora la palla passa agli avvocati

Il caso dell’ex ct ’emigrato’ in Arabia nelle mani di una task force legale: si valuta una richiesta di risarcimento

di PAOLO FRANCI -
29 settembre 2023
Tra Figc e Mancini non finisce più. Ora la palla passa agli avvocati

Tra Figc e Mancini non finisce più. Ora la palla passa agli avvocati

Gabriele Gravina, numero uno della Figc, non avrebbe voluto. Assolutamente. Perlomeno in una prima fase, all’indomani di quella torrida giornata agostana nella quale si materializzò l’addio più clamoroso alla panchina azzurra, quello di Roberto Mancini. Un addio vissuto tra motivazioni che – continuano a sottolineare con caustica ironia i ‘falchi’ di Via Allegri – hanno tenuto ben poco alla prova del tempo, alla luce dell’accordo dell’ex ct con gli arabi. Loro, gli uomini in azzurro, nulla avevano percepito di quell’imminente tempesta. E non avrebbe voluto, Gravina, portare in tribunale il ct dell’Europeo, poi scivolato dolorosamente sulle chance mondiali, fino all’addio improvviso tra clausole ritenute offensive e problemi di staff, mentre si profilava all’orizzonte la mega offerta per la panchina araba.

E invece la decisione di ieri del Consiglio federale è stata netta: dare mandato a una task force legale di studiare l’accaduto per verificare se vi siano gli estremi di una causa per danni nei confronti dell’ex ct. Il quale nel j’accuse post dimissioni ci era andato giù pesante: "Ho cercato più volte di parlare con Gravina. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso – così Mancini in un’intervista post dimissioni – Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione: alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Se avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale". Un attacco non solo a Gravina, ma al mondo azzurro che non poteva essere ignorato, secondo molti membri del Consiglio Federale, in particolare perchè tutto questo ha gettato nella tempesta la Nazionale.

Al j’accuse di Mancini, lungo, dettagliato, durissimo Gravina ha preferito non rispondere, almeno in un primo momento. Poi la replica garbata: "Non voglio alimentare polemiche. Ma sono state dichiarazioni sconfortanti e offensive. Non rinnego il rapporto di amicizia con Roberto, che ha sempre dimostrato stile. Anzi: chiamatelo perché non posso credere che si sia espresso così. Con lui il rapporto era di amicizia e professionalità. Non ho mai invaso il campo, mai suggerito un giocatore, mai ho chiesto la formazione. Non meritavo parole così. La clausola? (la rescissione automatica in caso di mancata qualificazione a Euro2024, ndr) Stendiamo un velo pietoso. ..Le motivazioni di Mancini sono deboli e superficiali". Alla fine, Gravina ha deciso di porre la questione al Consiglio federale, che ha votato per chiedere un parere legale terzo su quel divorzio andato in scena in una torrida giornata agostana.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su