"Un carattere da Milan». Il tecnico del miracolo e il coraggio di Abraham
Conceiçao elogia la capacità di reazione, Tammy: "Abbiamo avuto più fame". Inzaghi: "Così fa male, ma ci rialzeremo". Lautaro triste: "Dovevamo gestire".
La metà di Milano che gioisce è quella rossonera, che alza la Supercoppa Italiana (ottava in bacheca del Milan raggiungendo l’Inter) vincendo una partita in cui, pochi minuti dopo l’avvio della ripresa, era sotto 0-2. Finisce invece 3-2, tra le lacrime di Conceiçao. "Non era facile, l’ambiente non era al meglio e avevamo poco tempo - dice il tecnico - Abbiamo trovato due squadre di altissimo livello, il merito maggiore è dei giocatori che hanno assorbito tutto. Ci sono stati errori e cose che dobbiamo migliorare, ma i giocatori lo sanno e con umiltà possiamo fare quattro mesi con tanti traguardi importanti da centrare, in campionato e Champions. Il Milan non può essere settimo. Sono contento della reazione e del carattere che la squadra ha mostrato". Piange anche Abraham, dopo la rete decisiva e il premio di Mvp. "Sono molto contento per la squadra e i tifosi - dice l’inglese - Abbiamo giocato con fiducia, coraggio e fame. Così siamo una squadra forte". Tra i protagonisti c’è Theo Hernandez, scatenato a sinistra, soprattutto dopo l’ingresso di Leao. "Abbiamo fatto una grande partita, sapevamo che l’Inter era una grande squadra - dice il francese -. Era un momento difficile per me, ma mi sto mettendo a posto. Conceiçao? Se Fonseca è andato via è anche colpa nostra, gli auguro il meglio. Con il nuovo allenatore abbiamo avuto poco tempo per lavorare, ma abbiamo fatto bene". Complimenti al tecnico ai quali si unisce Leao, il cui ingresso è stato determinante. "È la vittoria di una squadra che ci ha sempre creduto - commenta il portoghese - L’Inter è un avversario difficile, ma Conceiçao ci ha dato l’energia giusta. Complimenti a tutta la squadra, chi è qui da più anni si ricorda bene che l’ultima volta che eravamo stati qui e avevamo perso. Stavolta volevamo portare a casa la Coppa. Ora anche i più giovani sanno cosa vuol dire vincere qualcosa".
Ai sorrisi rossoneri fa da contraltare la rabbia nerazzurra. Sfuma la quarta Supercoppa Italiana di fila, la possibile settima per Inzaghi tra le carriere di giocatore e allenatore. "Faccio i complimenti al Milan perché è sempre rimasto in partita, anche sul 2-0 - analizza il tecnico nerazzurro - Sul 2-1 c’era anche un fallo su Asllani, ma in ogni caso dovevamo essere più bravi a gestire la palla. Poi abbiamo avuto tante occasioni per segnare ed è stato bravissimo Maignan. Una sconfitta dolorosa, ma questa squadra senz’altro si rialzerà, come ha sempre fatto in questi anni. Da queste sconfitte si può crescere e ne trarremo degli insegnamenti, io per primo, perché una finale fa male perderla così". Assente di lusso Thuram, a cui dopo mezz’ora si è unito l’infortunato Calhanoglu. "Sono giocatori importantissimi, ma nel calcio d’oggi c’è bisogno di tutti, giocando ogni tre giorni", dice ancora Inzaghi. Delusione anche per Lautaro, nonostante il gol, nono in carriera in un derby. "Qualcosina nel primo tempo abbiamo fatto e dopo l’intervallo siamo usciti bene, ma poi abbiamo smesso di metterci intensità. In queste gare lo paghi - dice l’argentino - Loro più affamati? No, abbiamo mancato qualche situazione da gol e gli episodi cambiano la gara. Non siamo stati bravi a gestire quei momenti".
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