Var a chiamata, Rocchi dice sì: "Ora cerchiamo più uniformità"

Per il designatore ultima giornata di serie A insoddisfacente. "Il tempo effettivo? Stravolgerebbe il gioco"

di PAOLO GRILLI -
9 ottobre 2024
Ancora tanto da perfezionare nelle dinamiche decisionali tra arbitri e Var

Ancora tanto da perfezionare nelle dinamiche decisionali tra arbitri e Var

Dopo l’ultima bufera, il giudizio lapidario del designatore Can A e B, Gianluca Rocchi. "Se sono soddisfatto degli arbitraggi dell’ultima giornata? No", dice l’ex fischietto, che avrà visionato nel dettaglio tutti gli episodi più discussi, dal pestone fortuito in area di Kyriakopulos su Baldanzi non punito in Monza-Roma al rosso a Conceiçao in Juve-Cagliari. Ma Rocchi avrà rivisto pure tutte le azioni che hanno portato all’assegnazione di nove rigori: un record, e sarebbe stata pure una ’rigorite’ a doppia cifra, nel weekend, se appunto fosse stato assegnato anche quello all’U-Power Stadium.

C’è molto da fare e rifare, nelle direzioni di gara dal massimo campionato in giù. E rispunta l’idea del Var a chiamata per rimettere a posto le cose e forse appianare le polemiche. "Di sicuro – dice il designatore, intervenuto durante la presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva Figc a San Siro – potrebbe essere una soluzione alternativa e complementare per aiutare l’arbitro a trovare una decisione corretta". Per Rocchi, i nostri varisti sono però già ora al top: "Sono molto apprezzati e riceviamo ogni settimana offerte dall’estero. Ne mandiamo pochi perché siamo pochi. Per quanto riguarda il tempo effettivo – prosegue – stiamo lavorando sulle perdite di tempo e su altro. Se dovesse arrivare nel calcio, stravolgerebbe questo sport, ma probabilmente tutti giocherebbero gli stessi minuti". Su entrambe le possibili soluzioni nell’ottica di un miglior arbitraggio è al lavoro l’Ifab, l’organo indipendente dalla Fifa chiamato a scrivere le regole del pallone.

Di sicuro, l’ultima giornata di A ha evidenziato ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, la mancanza di uniformità nella valutazione dei falli in area. Se nel nostro campionato si assegna un tiro dal dischetto quasi una volta ogni due gare (la media è di 0,45 rigori a partita), nella inarrivabile Premier League la massima punizione è assai più rara: viene decisa infatti solo una volta ogni sei match (media 0,17). Serve chiaramente lo stesso metro di giudizio, per una questione anche di maggiore credibilità di sistema.

Se ogni tipo di contatto in area corrisponde a sanzione, tutto l’atteggiamento dei 22 in campo si adatterà di conseguenza. Snaturando l’intensità del gioco nei sedici metri, annacquando il duello. Per iniziare, ci si accontenterebbe di una concordanza nelle decisioni sui campi italici. Rocchi qui assegna il recupero per tutti i fischietti: "Noi siamo 46 arbitri – afferma – o metto un chip dentro ciascuno di loro, oppure ognuno ha una testa pensante e una sua filosofia. L’obiettivo è avere una linea comune: possono essere liberi di rappresentare il proprio pensiero, ma se prendiamo una decisione va seguita tutti insieme. L’ideale sarebbe avere omogeneità al cento per cento, ma è praticamente impossibile: si tratta di essere umani".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su