Vis, è il momento di guardarsi allo specchio. Rendimento altissimo e prospettive rosee
I numeri: 35 punti significano 1,75 a gara, mai fatti nei 22 campionati di C. Le intuizioni vincenti di Stellone: tutti sanno fare tutto
La doccia fredda contro la Torres non ha tolto calore alle festività della Vis. Ci sta di perdere contro una big, storicamente e strutturalmente ostica. Conforta esserne usciti con la prestazione, di alto livello per almeno due terzi di gara. Resta quanto fatto di buono (tanto) in queste prime 20 giornate, chiuse con il 5° posto. Vediamo in dettaglio.
Bottino punti. Quota 35 equivale a una media di 1,75 a gara. Mai la Vis aveva raggiunto simili altezze in 22 stagioni nella C d’elite. Per 6 volte, addirittura, quella quota non è stata raggiunta in tutto il campionato. Per diventare la stagione migliore di sempre, bisognerà far meglio dell’8° posto e dei 53 punti ottenuti nell’87-88 con Nicoletti. Alla portata.
La mano dell’allenatore. Sin dal giorno della salvezza nel drammatico playout con la Recanatese, Stellone ha potuto lavorare al suo progetto, assecondato dalla società. Con il vantaggio di un organico definito già in ritiro. Idee base: piedi buoni in tutte le zone del campo, difensori rapidi e bravi ad attaccare, esterni a tutta fascia, attaccanti assortiti.
Le intuizioni. Giusto il tempo delle prime scottature – Coppa Italia, debutto in campionato – ed ecco le mosse vincenti: Paganini e Pucciarelli trasformati in mediani; di lì a poco Cannavò a tutta fascia. Al di là di questo, una modernità di fondo: nella Vis i ruoli sono fluidi, come il gioco; tutti sono capaci di fare tutto, difendere, costruire, attaccare.
Vocazione chiara. Squadra costruita per aggredire e giocare nella metà campo avversaria. Lo dimostra il primato, tanto caro a Stellone, dei palloni conquistati in quelle zone. Numeri a conferma: 99 tiri in porta, 106 fuori; significa oltre 10 conclusioni a partita; un anno fa erano meno di 8.
Giocare per vincere. Già 10 successi (un anno fa 8 in tutta la stagione), arrivati in tre sequenze: 3-3-4. La prima serie dalla seconda giornata (Arezzo, Legnago, Pontedera), la seconda dall’11ª (Carpi, Gubbio, Pescara), la terza dalla 16ª (Rimini, Lucchese, Spal, Milan). La squadra vince perché ha coraggio e rischia. E pazienza se qualche volta lasciare i difensori uno contro uno costa caro. Un solo 0-0 finora, col Perugia.
Distribuzione gol. Ventisette segnati (5° attacco del girone), 20 subiti (6ª difesa). L’attacco ha prodotto 13 segnature (comprendendovi Cannavò e Orellana), il centrocampo 7, la difesa 7. A segno 12 giocatori diversi. Negli ultimi 13 turni, la squadra è andata in bianco solo con la Pianese. Vis al primo posto per i gol su palla inattiva (15) e i pali colpiti (13). I primi sono anche frutto dei tanti calci d’angolo a favore (108), i secondi si ricollegano alla voce conclusioni.
Tabu infranti. La banda Stellone ha vinto dove la Vis non osava da una vita (Gubbio, Spal, Rimini). Ha battuto una capolista (il Pescara alla 13ª), cosa che non succedeva dal 2003-04. Ha mantenuto rendimento costante e offerto al pubblico del Benelli uno spettacolo sempre apprezzabile.
Cartellini. Pesaro commette meno falli (314) di quanti ne subisce (337). Eppure è la squadra più ammonita (69 cartellini). Colpa anche di un’aggressività male interpretata. Due i cartellini rossi (doppio giallo), 6 le giornate di squalifica scontate, 2 da scontare. Pucciarelli e Paganini salteranno Arezzo.
Giocatori emergenti. A cominciare dagli under di qualità. La società ha puntato più sulle valorizzazioni che sul minutaggio, svincolandosi da certi obblighi limitanti. Con risultati evidenti. Coppola, classe 2005, è considerato il miglior centrale del girone, Okoro (2005) un attaccante che ha presto superato l’impatto con la categoria. Vukovic sta disputando un campionato importante, pur con qualche passo falso. Cannavò è diventato un giocatore in grado di fare la differenza. Di Paola e Paganini centrocampisti che tutti vorrebbero. Ventiquattro gli uomini schierati, 18 quelli costituenti il nucleo forte. Una dozzina a minutaggio scarso o nullo. Sfoltire la rosa è il primo obiettivo di mercato.
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