Bonnamour si ritira dopo l'accusa di doping: "Difendermi costa troppo"
Il francese, licenziato a marzo dalla Decathlon AG2R La Mondiale Team per anomalie del passaporto biologico, alza bandiera bianca: "Non posso rovinarmi e già ora ho paura di un futuro senza bici"
Roma, 17 novembre 2024 - Un'accusa che costa una carriera: è il caso di Franck Bonnamour, un corridore che fino alla scorsa primavera aveva conosciuto la ribalta principale solo per il premio della combattività vinto al Tour de France 2021, dove tra l'altro si classificò 22esimo. Poi, tutto è cambiato.
I dettagli
Correva il 26 marzo quando la Decathlon AG2R La Mondiale Team licenziava il francese, già sospeso dall'Uci a febbraio, per anomalie nel passaporto biologico risalenti alla sua precedente militanza all'Arkéa-B&B Hotels. Da quel momento per Bonnamour comincia un altro capitolo di vita e di carriera volto alla dimostrazione della propria innocenza: una battaglia impari che, come confessato ai microfoni di Ouest France, ha appena vissuto la sua resa. "Andare avanti in questo procedimento è troppo costoso: non posso permettermi di perdere tutto e nemmeno di aspettare diversi anni, forse 2 o 3, prima del giudizio definitivo. Quindi, mi fermo qui". Finisce quindi così la carriera di Bonnamour, di professione attaccante costretto, ironia del destino, a giocare in difesa senza riuscire a portare a termine quella che era diventata una missione per riabilitare il proprio nome. "Quelli che ho affrontato sono stati mesi difficili e complicati dal punto di vista emotivo. Per fortuna posso contare sul sostegno della mia famiglia, ma ho dovuto comunque affidarmi anche all'aiuto di uno psicologo, perché ho paura del futuro. Comunque - continua il classe '95 - so quello che ho fatto e, soprattutto, quello che non ho fatto: ora il mio obiettivo è mantenere un equilibrio e chiudere questa pagina. Anche se dopo una vita in bicicletta non è facile".
Matxin: "Pogacar potrebbe ancora crescere"
Da chi ha vissuto un 2024 infernale a chi, proprio in questo anno, si è consacrato a livelli altissimi e forse senza neanche toccare ancora il proprio livello massimo: parola di Joxean Fernandez Matxin, il direttore sportivo dell'UAE Team Emirates (fresco di rinnovo fino al 2028) che ai microfoni di As si gode l'exploit del suo pupillo Tadej Pogacar. "Siamo da 2 anni la migliore squadra al mondo con il ciclista migliore al mondo, protagonisti di quasi tutte le gare a cui abbiamo partecipato e in particolare dei Grandi Giri, con il piccolo grande rimpianto di non averli vinti tutti e di non aver fatto quindi una stagione da dieci e lode: mi sento parte dei successi e soprattutto della struttura, con una perfetta sinergia tra giovani ed esperti, che abbiamo plasmato. Voglio che il collettivo prevalga sull'individualismo, anche se abbiamo un fuoriclasse indiscutibile come Tadej. Sono convinto che possa ancora migliorare: forse non del 30%, ma penso esista un margine anche del 5% sul quale Pogacar può ancora lavorare come solo lui sa fare. La prima cosa importante però - continua Matxin - è trovare sempre nuovi stimoli e motivazioni, facendo sempre cose diverse". Un altro piccolo indizio all'ipotesi di vedere lo sloveno al via della Vuelta 2025. "Ci piacerebbe e prima o poi la correrà. Dipende anche dal calendario, ma l'idea di abbinarla al Tour de France esiste. Tutto però si deciderà nel ritiro di dicembre".
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