Pogacar: "Il Tour de France vuole mettermi alla prova, ma è solo benzina sul fuoco"

Lo sloveno, al giornale Siol, confessa le sensazioni provate dopo aver visto il percorso del 2025: "Hanno inserito tre salite dove ho faticato, ma per me ogni corsa è quasi la stessa cosa"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
15 novembre 2024
Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Roma, 15 novembre 2024 – Nonostante la stagione agonistica sia in pausa, tutti parlano di Tadej Pogacar: da Bernard Hinault, che ai microfoni de L'Equipe scaccia lo spettro del doping, spostando il sospetto sui fuoriclasse francesi di altre discipline e quindi in linea con Romain Bardet, che ha parlato di un utilizzo diminuito dei farmaci nel ciclismo nell'ultimo decennio, a Primoz Roglic, che a FloBikes parla del rapporto privato con il suo connazionale, non un amico con cui uscire ogni weekend ma quasi un vicino di casa, e anche della stima provata nei confronti del rivale e del suo 2024 da urlo che ha quasi messo in discussione il lavoro svolto dagli altri corridori. Non solo: Pogacar finisce al centro delle chiacchiere anche per la nuova (discutibile) pettinatura, ma principalmente per i piani del suo 2025, che girerà intorno al Tour de France. E non solo.

I dettagli

Finite le vacanze alle Seychelles, il corridore della UAE Team Emirates, è stato ospite della festa per i 75 anni del KD Rog, la sua prima squadra: l'occasione buona, anche grazie ai microfoni del giornale Siol, per parlare del passato e soprattutto del futuro, con particolare riguardo al percorso della prossima Grande Boucle. "Ci sono tre salite (Mont Ventoux, Col de la Loze e Hautacam, ndr) su cui non ho brillato in passato: vogliono mettermi ancora alla prova, ma questo è solo gettare benzina sul fuoco". Le parole al vetriolo del campione del mondo sembrano confermare indirettamente i presunti timori degli organizzatori, suggeriti dal giornalista Thijs Zonneveld (che poi è scagliato anche contro Mark Cavendish, accusato di aver 'venduto' il suo ritiro ad Aso), che si crei un'egemonia di successi di un singolo corridore: a maggior ragione dello sloveno, che commenta ancora il tracciato. "Per me ogni percorso è più o meno lo stesso. Lo stile della corsa è lo stesso". Insomma, Tadej non si fa intimorire dalle presunte trappole tese nei suoi confronti da un Tour de France, nonostante tutto, sempre centrale: e poi?. "Dopo questa stagione posso dire che per un po' continuerò a correre due Grandi Giri all'anno. La mia sfida principale è vincere le corse che ancora non ho vinto, come la Milano-Sanremo: ci tengo a questa Classica e mi preparerò al meglio per provare ad aprire al meglio la prossima stagione". Parole che, parlando proprio dei Grandi Giri, lasciano intendere la precedenza alla Vuelta a scapito del Giro d'Italia anche se, come affermato dallo stesso Pogacar, per stilare piani e programmi è ancora presto.

Gilbert contro Pauwels

Non c'è un clima sereno neanche in seno al Belgio, fresco di addio a Sven Vanthourenhout: il nuovo ct è Serge Pauwels, per la non gioia di Philippe Gilbert. "Speravo di ottenere questa carica per poter condividere la mia esperienza e la mia passione con la generazione attuale. Tuttavia - continua l'ex corridore sui propri social - la posizione non è mai stata aperta e gli accordi interni alla federazione hanno avuto la meglio sulla mia candidatura".

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