Ciclismo, niente Tour per Jakobsen: "Ma con quest'operazione la carriera è salva"

L'olandese è reduce dall'intervento per risolvere la doppia occlusione alle arterie iliache: "La riabilitazione sarà lunga, ma io so bene cosa serve per ritornare al top"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
10 aprile 2025
Fabio Jakobsen (Ansa)

Fabio Jakobsen (Ansa)

Roma, 10 aprile 2025 - Il bivio, con una strada che conduce alla fine prematura della carriera, non è inedito per Fabio Jakobsen, che per la prima volta lo ha percorso nel 2020 dopo il gravissimo incidente al Giro di Polonia che ne ha addirittura messo in discussione la stessa vita: poche settimane fa invece la scoperta della doppia occlusione delle due arterie iliache ha rischiato ancora di fermare i sogni dell'olandese, che ha raccontato il suo calvario (e le conseguenze) ai microfoni di De Telegraaf.  

Le dichiarazioni di Jakobsen

  "Mi sento come un vecchio nonno, ma cammino e mi muovo di nuovo": si apre così la confessione del corridore del Team Picnic PostNL, che spiega più nel dettaglio il complicato post operatorio. "Quando fai un'operazione del genere sei in forma smagliante. Poi si passa una notte in terapia intensiva e io ne sono uscito molto male. Mi hanno tagliato i muscoli addominali da cima a fondo e mi hanno aperto verticalmente per poter raggiungere entrambe le arterie. Quando hanno finito l'intervento, l'addome doveva essere richiuso ed è un'operazione piuttosto complicata se si hanno muscoli addominali forti. E' in questa fase in cui ho provato più dolore, mentre le gambe non davano più fastidio". A parte i dettagli splatter, a quanto pare tutto è andato per il meglio per Jakobsen. "Il chirurgo era molto soddisfatto, ma la riabilitazione sarà piuttosto lunga: almeno 8-12 settimane. Per l'addome e le arterie dovrò stare a riposo per almeno un mese nel quale mi è consentito solo di camminare". Una sofferenza che però impedirà al classe '96 problemi ben peggiori. "La condizione fisica si perde rapidamente, ma di buono c'è che sono ancora giovane e quindi potrò tornare rapidamente a lavorare. Tra qualche settimana avrò il primo controllo e lì stabiliremo il piano di riabilitazione nel quale, forse, potrò tornare in bici per qualche ora a settimana". Naturalmente, salta l'obiettivo Tour de France 2025, ma la carriera è salva. "Posso pure essere triste, ma gli infortuni fanno parte dello sport e so cosa significa dover ritornare al top della condizione. La mia curva di crescita si era fermata a causa di questo problema e senza l'operazione avrei dovuto smettere di correre".

Le dichiarazioni di Asgreen

  Poi c'è chi come Kasper Asgreen si prepara a vivere la Parigi-Roubaix 2025, seppur senza grosse aspettative dopo un inizio di stagione complicato. "Da qualche settimana ho ripreso ad allenarmi bene. Per domenica non mi aspetto molto, ma sono davvero felice di partecipare finalmente a una Classica. Ho voglia di andare forte sul pavé, confidando nel sostegno dei miei compagni. Avremo una squadra giovane e spero di dare tanti buoni consigli per una corsa dal percorso unico in questo sport. Tutti, dai corridori ai meccanici, dovranno impegnarsi al massimo, per poi vedere che le sorprese sono sempre dietro l'angolo: magari - conclude il danese - stavolta saremo noi a stupire".

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