Ciclismo, Rohan Dennis si dichiara colpevole per la morte della moglie

L'australiano ammette la condotta colposa alla guida nell'incidente che lo scorso 30 dicembre uccise Melissa Hoskins. Cade però l'accusa della volontarietà: il rischio sono 7 anni di carcere

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
10 dicembre 2024
Rohan Dennis (Ansa)

Rohan Dennis (Ansa)

Roma, 10 dicembre 2024 - Dalle stelle alle stalle: subito dopo il ritiro, avvenuto nel 2023, la vita di Rohan Dennis è cambiata bruscamente a causa di un fatto di cronaca nera il cui giudizio è ancora pendente.

I dettagli

 Il 30 dicembre 2023 l'australiano fu arrestato dalle autorità locali con l'accusa dell'omicidio volontario della moglie Melissa Hoskins, collega ed eccellenza della pista. Secondo gli inquirenti, l'ex corridore avrebbe travolto di proposito con il proprio furgone la donna, sposata nel 2018 e dalla quale aveva avuto due figli. A distanza di quasi un anno, Dennis ha ammesso la sua condotta colposa per imprudenza in quello che potrebbe essere dunque derubricato a un incidente che costò la vita a Hoskins a distanza di poche ore in ospedale. Secondo l'emittente Abc, davanti alla Procura di Adelaide, il classe '90 si è dichiarato colpevole dell'accusa aggravata di aver creato un pericolo di danno. I giudici lo hanno dunque inquisito con due capi d'imputazione: guida pericolosa, con conseguente morte, e guida senza la dovuta attenzione, mettendo in pericolo la vita degli altri. Come da richieste dei legali del due volte campione iridato a cronometro, viene quindi meno l'intenzionalità del gesto per uccidere Hoskins. Con uno scenario del genere, la pena massina che rischia l'ex corridore, tra le altre, di Ineos Grenadiers e Jumbo Visma sono 7 anni di carcere, ai quali aggiungere il divieto di guida per 5 anni. La questione, in attesa della sentenza, è stata affidata alla Corte Distrettuale.

Bilbao sulla morta di Mader

 Il 2023 è stato anche l'anno della tragica scomparsa di Gino Mader, deceduto il 16 giugno per le conseguenze della caduta del giorno prima durante la tappa 5 del Giro di Svizzera: un volo lungo la discesa del Passo dell'Albula che non lasciò scampo al corridore della Bahrain Victorious, squadra che da allora ne mantiene vivo il ricordo anche grazie ai suoi componenti. Tra essi c'è Pello Bilbao, che al portale Naiz.eus non ha nascosto un pizzico di dispiacere per il riconoscimento della bontà delle opere dello svizzero, in particolare quelle legate alla tutela dell'ambiente, solo dopo la sua morte. "E' davvero un peccato. Mi piace pensare che se fosse ancora vivo il suo impegno e le sue idee avrebbero lo stesso plauso". Il riferimento va al nuovo "Trofeo Gino Mader", introdotto da L'Equipe e assegnato quest'anno a Luis Angel Maté. "Gino ha lasciato una figlia giovanissima e questo, dalla prospettiva della famiglia, ha reso tutto ancora più difficile. Il giorno dopo l'incidente eravamo con i suoi genitori: è stato difficilissimo, ma tutto quello che è successo mi ha permesso di vedere le cose da un'altra prospettiva. Da allora - continua Bilbao - tornare a casa dai propri cari è la cosa più importante e il senso di pericolo che provo in gara è maggiore: per questo, penso che la mia carriera finirà prima del previsto".

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