Ciclismo, spunta l'idea di una Superlega
Torna di moda l'ipotesi di creare un circuito parallelo a quello World Tour dedicato soltanto agli squadroni più prestigiosi
Roma, 27 ottobre 2023 - Cosa hanno in comune due mondi notoriamente molto lontani come quelli del calcio e del ciclismo? L'idea, sempre divisiva, di fondare una Superlega.
I dettagli
In realtà, parlando delle due ruote a pedali, il progetto non è totalmente inedito: qualche anno fa, per la precisione nel 2012, qualcuno pensò di creare le World Series Cycling (WSC), destinate ad attirare però una scarsa attenzione prima di essere accantonate senza mai passare dal piano teorico a quello pratico. Stavolta la questione sembra più intrigante e lungimirante, perché a muoversi sono gli squadroni principali: su tutti i colossi Jumbo-Visma e Ineos Grenadiers, che per il momento preferiscono tacere su quella che, ad oggi, è soltanto un'indiscrezione fornita dall'agenzia Reuters. A tal riguardo, il pensiero torna alle voci di fine estate sulla tanto chiacchierata (e poi mai realizzata) fusione tra la Jumbo-Visma e la Soudal Quick-Step: alla fine nulla (o quasi) è successo, ma un fondo di verità c'era.
Stavolta la rivoluzione potenziale per il mondo del ciclismo è ancora più netta, perché il rischio concreto sarebbe quello di dilatare ulteriormente il gap già tuttora esistente tra le squadre medio-piccole e quelle più ricche e prestigiose. Fatto sta che, sempre secondo Reuters, l'agenzia Ernst & Young è già a caccia di investitori per avviare un progetto che potrebbe interessare alla CVC Capital Partners, già proprietaria della Formula 1 e inserita in diversi altri progetti sportivi (su tutti la Liga spagnola, il Sei Nazioni di rugby e il 20% del circuito di tennis femminile WTA). Le novità sulla vicenda sono attese a strette giro di posta: probabilmente già nel giro di una settimana sarà più chiaro se l'idea di una Superlega di ciclismo sia destinata a realizzarsi o meno. In attesa di saperne di più, si può risalire all'origine del malcontento di coloro che hanno dato avvio a questa rivoluzione potenziale, curiosamente proprio gli squadroni più facoltosi, preoccupati dalla ripartizione delle risorse economiche per quanto riguarda i Grandi Giri.
La critica va ovviamente ad ASO e RCS, gli organizzatori rispettivamente da una parte di Tour de France e Vuelta e dall'altra del Giro d'Italia che, secondo i suddetti team, incassano gran parte dei profitti derivanti dalle corse più importanti. ASO e RCS, che proprio in questi giorni stanno presentando i percorsi delle proprie punte di diamante, potrebbero replicare tirando in ballo i costi sempre crescenti in seno alle squadre, con il monte ingaggio di alcune di esse che, tanto per tornare al parallelismo con il calcio, sta lievitando vertiginosamente. La soluzione trovata dagli squadroni sarebbe quindi una sorta di circuito parallelo a quello World Tour, nelle mani dell'UCI, che quindi dovrebbe decidere come muoversi.
Quel che è certo è che il ciclismo, a differenza del calcio, non avrebbe il potere economico e mediatico per potersi permettere il lusso di rinunciare a determinate squadre e ai rispettivi protagonisti, quelli che di fatto si spartiscono quasi tutti i successi stagionali.
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