Ciclismo, i tormenti di Nathan Van Hooydonck: "Vorrei conoscere le cause del mio malore"

Il belga, costretto al ritiro dopo l'arresto cardiaco di settembre, non si dà pace: "Scoprendo qualche eventuale attività a rischio potrei aiutare chiunque pratichi sport ad alto livello"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
7 novembre 2023
Nathan Van Hooydonk (Ansa)

Nathan Van Hooydonk (Ansa)

Roma, 7 novembre 2023 - Non solo la scomparsa di Gino Mader: la stagione ciclistica appena archiviata ha vissuto altri momenti drammatici. Tra essi c'è il malore occorso a Nathan Van Hooydonck mentre era alla guida: un doppio potenziale pericolo che per fortuna non è costato la vita al belga, che da allora ha comunque dovuto salutare il mondo del professionismo. Non senza rimpianti e, soprattutto, quesiti.  

A caccia di un perché

  Nella straordinaria stagione della Jumbo-Visma, che ha vinto tutti i Grandi Giri e, tra l'altro, lo ha fatto con tre corridori diversi, c'è lo zampino anche del fresco ex corridore, gregario fondamentale di Jonas Vingegaard al Tour de France 2023. Poi lo scorso 12 settembre l'intero mondo di Van Hooydonck è cambiato: una rivoluzione che, per fortuna, non ha coinvolto il bene supremo della vita. Fatto sta che il sacrificio di rinunciare alla bici, eccezion fatta ovviamente per qualche passeggiata tranquilla, è stato comunque importante per il classe '95, che tuttora si interroga sulle cause dell'arresto cardiaco di pochi mesi fa. "Forse mi sono allenato troppo o forse c'entra lo stop per il Covid. Da allora questo sport è cambiato: i finali delle corse iniziano prima e a volte si gareggia in condizioni estreme, come quando fa troppo caldo. Tutto ciò non è salutare". Le domande di Van Hooydonck, confessate ai microfoni di NOS, sembrano avere delle motivazioni importanti che vanno al di là della semplice curiosità. "Vorrei indagare a fondo e vorrei farlo soprattutto per i miei compagni di squadra e per chiunque pratichi sport ad alto livello affinché tutti siano consapevoli dei rischi nascosti in determinate azioni. A me in effetti è andata bene: quando ho avuto il malore - continua il belga - insieme a me c'erano tutte le persone necessarie per salvarmi. Un operatore sanitario è andato a prendere il defibrillatore, un altro ha fatto le compressioni toraciche e l'ultimo ha praticato la respirazione bocca a bocca: senza una sola di queste azioni forse non sarei più qui".

Kuss giura amore (quasi) eterno alla Jumbo-Visma

Si alludeva ai Grandi Giri: l'ultimo in ordine cronologico, la Vuelta 2023, è stato vinto a sorpresa da Sepp Kuss, che ai microfoni di De Telegraaf ha giurato amore alla Jumbo-Visma, pur senza chiudere totalmente la porta a qualche novità futura. "In qualche altra squadra potrei avere più libertà: per questo motivo non sono contrario alle nuove avventure, ma quello che ho qui è unico. Per esempio, se volessi provare a vincere il Tour de France potrei farlo solo nella migliore formazione al mondo. Allo stesso tempo - continua lo statunitense - posso continuare a ottenere soddisfazioni facendo ancora il gregario, un ruolo che non mi dispiace". Insomma, il riferimento alla Grande Boucle non sembra casuale e, considerando che nella corsa francese il vertice centrale in casa Jumbo-Visma è e sarà sempre Vingegaard, è possibile che l'anno prossimo Kuss e le sue ambizioni possano diventare il fulcro centrale del ciclomercato.

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