Fabio Jakobsen in cerca di riscatto con il Team Picnic PostNL: “Sogno la prima tappa del Tour”

L'olandese è chiamato alla rivalsa dopo un 2024 molto deludente: "Pesavo troppo e sono incappato in diverse cadute. Ora invece sta andando tutto alla perfezione"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
7 gennaio 2025
Fabio Jakobsen (Ansa)

Fabio Jakobsen (Ansa)

Roma, 7 gennaio 2025 - Tra i principali delusi del 2024 c'è Fabio Jakobsen, determinato però a riscattarsi nel 'nuovo' Team Picnic PostNL.  

Le dichiarazioni di Jakobsen

Chissà che la nuova denominazione della squadra olandese non aiuti l'ex campione continentale a ritrovarsi dopo una stagione complicata sotto tutti gli aspetti: a cominciare da quello fisico, come dimostrano i 4 kg in meno rispetto all'anno scorso. "Nella stagione passata sono stato poco ciclista ed ero anche troppo pesante per essere un velocista. Il 2025 deve essere migliore, mentre al 2024 come voto darei meno di cinque". A complicare la vita a Jakobsen, intervistato da NOS, è stato anche l'addio dalla Soudal Quick-Step, una sorta di famiglia dalla quale spesso è difficile affrancarsi. "Dopo 6 anni nella stessa squadra ci si abitua a certi processi. L'anno scorso ho lavorato con persone e materiali nuovi e per me è stata tutta una ricerca. Inoltre, ho avuto delle cadute al Giro d'Italia e anche poco prima del Tour de France". Insomma, la fortuna l'anno scorso non ha aiutato l'olandese, che grazie alla sua esperienza si accorge anche di quanto gli sprint stiano cambiando negli ultimi anni. "Anche le gare si sono evolute. I finali sono sempre più affollati, perché non ci sono più solo i velocisti, ma anche i loro compagni. Di conseguenza, bisogna essere pronti e veloci ad aggirare diverse persone e per farlo servono le gambe buone, quelle che mi sono mancate nel 2024. La cosa più importante per me è ritrovare l'esplosione di potenza che avevo in passato nei finali di gara. Per farlo, dovrò lavorare sulla condizione fisica e sul posizionamento in gruppo: in questo modo arriverò meglio alle fasi conclusive e soffrirò meno nei giorni successivi". Insomma, a parole Jakobsen ha individuato tutto: i mali e anche i rimedi. I verdetti, però, come sempre li emetterà la strada, ma intanto la preseason sembra soddisfare il classe '96.

"Penso di essere già più in forma rispetto allo scorso gennaio. Ho lavorato per due mesi ed è andato tutto alla perfezione e ora manca un solo mese alla partenza dell'AlUla Tour". Il vero obiettivo probabilmente dell'intera stagione è però ancora lontano ma, allo stesso tempo, già nella testa di Jakobsen: la prima tappa del Tour de France, quella di Lille che mette in palio anche la maglia gialla. "C'è un cerchio rosso bello grosso su quella frazione: per me ruota tutto intorno a quel giorno. Voglio tornare a vincere: è per questo che sono salito in bici ed è per questo che continuo a fare questo lavoro". Parole sagge, a maggior ragione da parte di un corridore che il 5 agosto 2020, dopo la caduta al Giro di Polonia causata da una spallata di Dylan Groenewegen, ha davvero visto la morte in faccia e che a fatica, passando per un calvario di numerosi interventi chirurgici, ha saputo rialzarsi con buoni risultati, prima della flessione del 2024.

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