Ciclismo, Geraint Thomas shock: "In vacanza ubriaco 12 sere su 14"

Il britannico senza freni: "Dopo la fine della stagione ho bisogno di tornare alla normalità". E si apre subito il dibattito sulla bontà di un approccio simile

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 novembre 2023
Geraint Thomas (Ansa)

Geraint Thomas (Ansa)

Roma, 14 novembre 2023 – Fino a che punto può spingersi il controllo sulla vita privata degli atleti, specialmente durante le vacanze? Il quesito diventa ancora più delicato quando ci si riferisce ai ciclisti, notoriamente una delle categorie di sportivi maggiormente sottoposta a regole ferree durante la stagione. E dopo? Il dibattito, grazie alle recenti dichiarazioni, lo accende Geraint Thomas, secondo al Giro d'Italia 2023.

"Per me è come tornare alla normalità"

Il britannico, intercettato dai microfoni del Times, si è lasciato andare a una confessione particolare sulle proprie vacanze. "Nelle ultime due settimane, onestamente, credo di essermi ubriacato 12 sere su 14. Tutto è successo da quando sono tornato a Cardiff. E' un delirio: ogni volta che incontri un amico finisci a bere in un pub". Insomma, il corridore della Ineos Grenadiers di certo non svela arcani sconosciuti sugli usi e costumi anglosassoni. In seconda battuta, arriva anche un'importante rettifica. "Durante la stagione, a parte qualche occasione particolare, non bevo. Ma quando sono in vacanza mi lascio andare. Ammetto - continua Thomas - che agli inizi la soglia di tolleranza era piuttosto bassa, mentre ora si è alzata. Di certo aiuta la nostra mentalità: fin da giovani per noi è un modo di socializzare. Anche ora, per me, è come un bisogno di tornare alla mia normalità". Ogni divertimento ha però una sua fine. "Ora sono arrivato a un altro livello: quello in cui sento il bisogno di salire su una bici per riprendermi". Anche perché per Thomas, che dopo 5 settimane senza allenamenti (e con 'qualche' eccesso di troppo) è salito a 75 kg di peso a fronte dei 68,5 kg di peso forma, adesso comincia la sfida più complicata: perdere le scorie lasciate dai bagordi di Cardiff. "La cosa più complicata, paradossalmente, è perdere l'ultimo chilo e mezzo. Poi c'è da mantenere costante questo peso: per questo motivo, specialmente quando bisogna affrontare una corsa da tre settimane, il controllo sul cibo da ingerire è costante anche quando riprende la stagione. Si tratta di una fatica fisica e mentale: è il nostro prezzo da pagare, mentre l'allenamento, che purtroppo riguarda soltanto una parte della giornata, è l'attività più piacevole". Dalla disanima di Thomas emerge dunque il bisogno di staccare la spina per ritagliarsi, nell'arco dell'intero anno, un momento di normalità nel contesto di quello che più che uno sport è una disciplina che, come tale, esige il rispetto costante di determinate regole. Se questa è la corrente di pensiero del corridore della Ineos Grenadiers e di altri colleghi magari soltanto meno schietti e più saggi nell'evitare certe dichiarazioni, ce n'è un'altra che invece vede i ciclisti chiamati a osservare uno stile di vita sano e salutare anche nel cosiddetto off-season. Probabilmente, a maggior ragione in uno sport diventato sempre più meticoloso e programmatico, un approccio unico e corretto, a fronte degli altri, non esiste. Lo sa bene Thomas, che quando scende dalla bici vuole godersela. E non è un modo di dire.

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