Ciclismo, Geraint Thomas al bivio per il 2024: "Il Giro è bello, ma il Tour è il Tour"

Il britannico ha un conto in sospeso con la maglia rosa ma, allo stesso tempo, non chiude le porte al prestigio della Grande Boucle

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
21 ottobre 2023
Geraint Thomas (Ansa)

Geraint Thomas (Ansa)

Roma, 21 ottobre 2023 - Lo scorso maggio il sogno in rosa di Geraint Thomas si è interrotto sul più bello: per la precisione nella cronoscalata del Monte Lussari, quella che ha consegnato il Giro d'Italia 2023 a Primoz Roglic. La delusione del britannico, che è stato a un passo dal diventare il corridore più 'anziano' a vincere la Corsa Rosa, è stata palpabile: così forte da voler andare subito a caccia della rivincita.  

Giro o Tour?

  In realtà, il classe '86 non ha ancora le idee chiarissime sul suo programma per il 2024. La prima buona notizia però è proprio che Thomas, uno dei veterani del gruppo, resterà in sella anche nella prossima stagione: una conferma non banale, alla luce dei tanti ritiri di questo autunno. La seconda, valida per gli appassionati italiani, è che il britannico non chiude le porte al Giro 2024. "Non escludo di tornare l'anno prossimo. La prossima Corsa Rosa sarà molto classica e dura: mi piacerebbe esserci". Tutto molto bello, ma il richiamo del Tour de France, soprattutto per chi lo ha già vinto in carriera (in particolare nel 2018), è molto forte: la conferma la fornisce proprio Thomas ai microfoni di GNC. "La Grande Boucle è sempre attraente. L'ultima tappa poi, la cronometro da Monaco a Nizza, sarà dannatamente difficile, così come in generale lo saranno gli ultimi giorni. Non invidio i velocisti, che in pratica soffriranno tanto per avere appena poche chance". Insomma, con la sua consueta schiettezza Thomas lascia in sospeso sia i fan italiani sia quelli francesi. Non solo: il britannico sembra anche già consapevole di quello che sarà il percorso del Tour de France 2024, storico per la partenza dall'Italia (in particolare da Firenze) e per l'arrivo che non si consumerà a Parigi a causa della quasi contemporaneità con le Olimpiadi. Poi c'è chi come Tadej Pogacar potrebbe decidere di non scegliere e cimentarsi quindi in entrambe le corse. Chissà che proprio l'eventuale 'follia' dello sloveno non crei un effetto domino anche per altri corridori. A tal riguardo, l'ultima notizia l'ha fornita Davide Formolo, che prima di salutare l'UAE Team Emirates per accasarsi alla Movistar Team aveva confermato i dubbi dell'ormai ex compagno di squadra sulla caccia a quella doppietta Giro-Tour che manca dal 1998.

Eg si ritira

  Si accennava ai tanti ritiri di questo autunno. Qualcuno fisiologico e qualcun altro meno: nel secondo ambito rientra quello di Niklas Eg, costretto ad appendere la bici al chiodo a causa di problemi cardiaci. "E' passato un mese e mezzo da quando ho capito che non sarò più un professionista. Sfortunatamente, non ha più senso proseguire: speravo di poter continuare a pedalare per molti altri anni, ma purtroppo non sarà così e questa per me è una situazione molto frustrante". Il danese, che chiuderà la carriera senza aver vinto alcuna corsa nel ciclismo dei grandi, ha poi svelato il campanello d'allarme che ha portato a questa decisione: un improvviso e immotivato aumento della frequenza cardiaca durante una sessione di allenamento.

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