Il Giro d’Italia vittima del Covid fra polemiche, sospetti e accuse all’organizzazione

Il coronavirus ha costretto diversi corridori al ritiro

di ANGELO COSTA
16 maggio 2023
Simon Yates con la mascherina: incognita covid al Giro

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C’è chi col Covid va subito a casa (Evenepoel, fresco di bis nella crono e di ritorno in rosa) e chi fino all’ultimo prova a continuare a correre (il norvegese Bystrom, ritiratosi alla partenza di Scandiano dopo aver provato ad andare avanti). C’è chi l’ha presa male (l’organizzazione Rcs, non avvisata da Evenepoel del ritiro) e chi ha ripreso vecchie abitudini (la Ineos ha ripristinato la ‘bolla’ di pandemica memoria). Di fronte al riaffacciarsi del virus, il Giro mostra svariate facce. Compresa quella dubbiosa che accompagna l’episodio fin qui più significativo, il frettoloso addio di Evenepoel.

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Ad allontanare i sospetti di una fuga in piena regola non contribuiscono certo le parole del medico Yvan Vanmol, storica e discussa figura che da anni segue i ciclisti del team belga: in un’intervista alla radio nazionale, il celebre dottore ha detto che l’iridato è andato a casa per le negligenze del Giro. “Remco è molto scontento. Fai tanti sacrifici, ma per negligenza e poca professionalità dell'organizzazione devi lasciare il Giro da leader. Se aveste visto cosa è successo il primi giorni…: una conferenza stampa in una stanza piccola, piena di gente, non è possibile. Sì, questo mi fa arrabbiare. E’ la cronaca di una morte annunciata, perché prima del Giro c’erano stati molti casi alla Jumbo’, le parole di Vanmol, che non è al seguito della corsa rosa.

‘Questi problemi ci saranno anche al Tour e alla Vuelta: ci devono essere protocolli chiari’, aggiunge il medico, dimenticando che i protocolli ci sono già e sono pure chiari: regole e comportamenti sono stabiliti, così come è stabilito che sono obbligatori in caso di situazione critica del contagio e ‘consigliati’ quando il rischio è basso, come in questo periodo. Tanto che l’Oms ha appena dichiarato chiusa la pandemia, declassando il covid a epidemia come un’influenza.

Quanto alle condizioni di Remco, Vanmol non esista a dire che ‘fisicamente sta bene, non ha più di un serio raffreddore. Ma questo è più che sufficiente per metterlo fuori corsa. È l’unico positivo della squadra ma è anche l'unico che ha avuto così tanti contatti non protetti con altre persone’, dice Vanmol: vale per i rituali dell’organizzazione, ma pure con amici e parenti che Evenepoel ha puntualmente incontrato.

Comunque sia, lasciano perplessi i tempi dell’addio di Evenepoel, prima del riposo e con due tappe abbordabili all’orizzonte. E anche i tempi delle accuse di Vanmol, che questi problemi avrebbe dovuti sollevarli prima: aggiungono un capitolo nelle relazioni tese fra gli organizzatori e i team, che lamentano anche ritardi nella comunicazione della lista degli alberghi, tuttora fornita in parte. Situazione che brucia sotto la cenere, con un’unica grande vittima: il Giro stesso.

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