Giro d'Italia 2023, torna l'incubo Covid. Cosa prevedono i regolamenti

Né RCS né l'UCI prevedono ad oggi l'obbligo di effettuare i tamponi: la decisione è rimessa alle singole squadre, come la Soudal Quick-Step di Evenepoel

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
15 maggio 2023
Remco Evenepoel (Ansa)

Remco Evenepoel (Ansa)

Roma, 15 maggio 2023 - Il ritiro a causa della positività al Covid di Remco Evenepoel, fresco di vittoria della tappa 9, nonché di riconquista della maglia rosa, ha stravolto il Giro d'Italia 2023. Si comincia dalla classifica generale, ora guidata da Geraint Thomas e si arriva ai tanti dubbi legati al regolamento e alla presenza eventuale di un protocollo sulla disciplina.

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Cosa prevede il regolamento del Giro

In realtà, a dispetto delle voci iniziali, né UCI RCS hanno diramato alcuna direttiva per arginare una pandemia che, curiosamente, è stata dichiarata ufficialmente declassata a epidemia dall'OMS a pochi giorni dall'inizio della Corsa Rosa. Tutto parte quindi dalle singole squadre, che effettuano i test in totale autonomia, senza neanche l'obbligo di comunicarne i risultati, per tutelare l'integrità di atleti che praticano uno sport di resistenza che, in quanto tale, mette a dura prova il sistema cardiovascolare. Anche in caso di positività di un corridore, la singola formazione decide il da farsi senza subire alcun condizionamento dall'alto. Non a caso, in questa prima parte di Giro si sono palesati entrambi gli scenari: corridori positivi al Covid e ritirati e altri ancora in corsa. Nel primo ambito, a parte il già citato Evenepoel, rientrano Filippo Ganna, Rigoberto Uran, Clément Russo, Nicola Conci e Giovanni Aleotti: senza dimenticare chi come Giulio Ciccone, Tobias Foss, Robert Gesink e Jos Van Emden. Nel secondo caso rientra il 'reo confesso' Sven Erik Bystrom, che ha anche rincarato la dose con affermazioni destinate a dividere. Per il norvegese dell'Intermarché-Circus-Wanty, semplicemente, se tutti i positivi dovessero lasciare il Giro, allora la carovana sarebbe ridotta a pochissime unità. Sarà proprio così? E, soprattutto, è giusto anteporre l'attività agonistica alla tutela della salute?

Le dichiarazioni shock di Evenepoel senior

Alle parole di Bystrom, intorno al quale in gruppo nelle prossime tappe per ovvi motivi potrebbe crearsi una voragine, fanno da contraltare quelle di Patrick Evenepoel. Il padre di Remco, a sua volta ex ciclista, si è mostrato tranquillizzato dalla decisione della Soudal Quick-Step: pena il rischio, a detta sua, di un altro 'caso Colbrelli'. Dichiarazioni pesanti che tirano in ballo il corridore bresciano, che ha dovuto chiudere anzitempo la carriera a causa di un arresto cardiaco. In attesa di studi specifici che possano confermare timori e sospetti vari, l'impressione è che ogni punto di vista possa avere degli aspetti condivisibili. E' ciò che devono aver pensato i piani altissimi del Giro, che hanno reintrodotto l'obbligo di indossare le mascherine per limitare i contagi. Una misura cautelare per venire incontro al partito di coloro che, in gruppo e non, spingono per la sicurezza: anche a costo di penalizzare l'aspetto sportivo, quello che ha perso già tanto dopo l'addio dell'ormai ex maglia rosa Evenepoel. Un addio che ha anche destato qualche sospetto inerente proprio il rendimento del belga, a detta di qualcuno in fase calante e quindi destinato a naufragare comunque quando arriveranno le salite vere e più temute.

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